Attacchi ai beni culturali 17-03-2009 I Docenti della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università della Tuscia di Viterbo
La stampa degli ultimi giorni riporta un rinnovato attacco del Ministro dei BCA, Sandro Bondi, rivolto al collega Salvatore Settis, presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, e la notizia delle conseguenti dimissioni di questi ed altri autorevoli membri dello stesso Consiglio; e insieme si leggono rinnovate e ingiustificate critiche all’operato delle Soprintendenze Archeologiche di Pompei e di Roma, alle quali, come è noto, lo stesso Ministro ha annunciato di voler imporre un Commissario straordinario, in nome di una conclamata, ma non verificabile situazione di emergenza. Nel confermare al Presidente uscente e ai suoi colleghi del Consiglio il più convinto apprezzamento per la preziosa opera sinora svolta, dobbiamo nel contempo rilevare come gli attuali problemi di funzionamento delle Soprintendenze derivino sostanzialmente dal recente susseguirsi di confuse riforme strutturali e organizzative, dalla drammatica riduzione dei finanziamenti ordinari ad esse assegnati, e dal progressivo, ormai drammatico depauperamento dell’organico, conseguenza del blocco del turn over e della rarefazione, giunta ormai ad un blocco di fatto, dei concorsi per l’accesso ai ruoli dei tecnici e dei funzionari, verificatasi negli ultimi anni. A fronte di questa situazione, la nomina di commissari straordinari non costituisce certo la soluzione ai reali problemi esistenti – come del resto l’esperienza maturata a Pompei ha già dimostrato – bensì concorre in maniera decisiva all’opera di depotenziamento e di delegittimazione delle Soprintendenze stesse che chiaramente l’attuale Governo persegue; deprime e demotiva le indiscutibili e riconosciute professionalità che operano al loro interno, apre la possibilità di una vigorosa ripresa degli abusi sul territorio e sul patrimonio architettonico. Non meno grave, a tal riguardo, risulta anche il recente accorpamento della Soprintendenza Archeologica di Ostia a quella di Roma, accorpamento con il quale viene cancellata, dopo 40 anni, la consolidata ed efficace autonomia amministrativa della storica Soprintendenza Archeologica ostiense, che in questo modo rischia pertanto di ritrovarsi commissariata insieme a quella di Roma. Infine, la prospettata nomina a direttore generale per i musei e le mostre di un manager del quale non risultano specifiche competenze nel campo archeologico o storico-artistico sancisce infine la definitiva mercificazione del beni culturali, ridotti a “materie prime” destinate allo sfruttamento economico anziché alla promozione culturale. Riteniamo doveroso pronunciarci con forza contro questa concatenata serie di iniziative che di fatto mortificano un apparato istituzionale nella sua struttura e nelle sue componenti tuttora del tutto valido, trasferendone funzioni e competenze ad organismi esterni, a soggetti privati, ad operatori le cui capacità e le cui finalità non saranno più sottoposte al controllo e all’indirizzo degli enti istituzionalmente creati allo scopo, le Soprintendenze. In questa prospettiva le stesse finalità formative delle Università, nelle quali un attivo settore è impegnato nella preparazione dei futuri funzionari e tecnici, vengono mortificate e l’operato stesso di noi docenti viene destituito di significato. Chiediamo al Sig. Ministro una ulteriore riflessione sui delicati problemi che le sue iniziative affrontano, e l’adozione di misure che restituiscano alle Soprintendenze e ai loro titolari piena dignità e funzionalità operativa, riattivino i normali meccanismi di accesso in ruolo per i funzionari e i tecnici, consentano il ritorno di quella disponibilità di mezzi che è necessaria alla delicata e responsabile opera ordinaria di tutela, ed insieme alla valorizzazione e al potenziamento di un settore che, pur nel contingente momento di crisi, svolge un ruolo fondamentale per la promozione culturale dei suoi cittadini, oltre che di promozione economica.
I Docenti della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università della Tuscia di Viterbo.
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