Degrado salernitano: un'intervista a Luigi Rossi 09-06-2009 Mariantonietta Sorrentino
Breve intervista al professor Luigi Rossi, Preside della Facoltà di Scienza politiche dell’Università di Salerno. Il nostro docente è originario del Cilento, oggi divenuto Parco Nazionale, ma un tempo semplicemente un polmone di prima grandezza della provincia di Salerno ed un’area isolata e ricca di piccoli tesori.
1) Professor Rossi, dal suo osservatorio di Preside di Facoltà di Scienze politiche e di cilentano “doc” , mi spiega cosa manca ad un territorio come il Cilento dove stenta a crescere una coscienza civile serrato com’è da una pleiade di campanilismi? Preside Luigi Rossi: “Si parla di identità e di appartenenza al Cilento, di solito è una identità che si esprime in termini individuali. Non c'è la capacità di esprimersi in termini comunitari, e secondo me questo è il grande handicap di una zona che per alcuni aspetti si dice sia stata benedetta da Dio, per cui è diventata Patrimonio dell'Umanità, ma che sostanzialmente ancora non riesce ad operare con una sensibilità comunitaria, che potrebbe finalmente moltiplicare le forze autoctone e quindi vincere e superare lo storico isolamento, vincere e superare le diffidenze, vincere e superare quella diatriba costante tra città e campagna, che determina nella estesa campagna quindi il Cilento il Parco del Cilento, la obbligatoria accettazione della volontà della città. E il Cilento ha reagito come al solito come i Capponi di Renzo: si sono beccati tra di loro, e alla fine hanno perso tutti. Questo probabilmente forse è il più grande limite che ci trasciniamo da anni. E’ necesario prendere coscienza del fatto che dobbiamo essere rete .” 2) Secondo Lei come sta evolvendo la situazione? Nel mondo globalizzato che ruolo il Cilento può sperare di avere? Preside Luigi Rossi: “ Probabilmente la situazione tenderà a peggiorare, i problemi aumenteranno, e la capacità di soluzione con le politiche i programmi la mentalità, il codice di comportamento tradizionale, risulteranno sempre meno adeguati ad un futuro che è già presente, è già realtà, e della quale probabilmente noi non ci rendiamo conto. Forse una soluzione è questa: smettere di percepirci come appartenenti ad una realtà vecchia, e scoprire invece la bellezza di essere antichi, perchè essere antichi significa avere la coscienza di un radicamento che ha avuto valore nel passato, ha valore nel presente, e soprattutto può essere il punto di riferimento, la roccia su cui costruire la casa del futuro.” Mariantonietta Sorrentino
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