Commenti al programma dell'Unione 13-02-2006 Bruno Ciliento
Ho scorso il programma politico dell'Unione, cogliendo il vs invito a fornire pareri sulle proposte per le prossime elezioni. Non so molto su quello del centro-destra, ma è pensabile che intenda continuare sulla strada percorsa in questi anni. Trovo che sarebbe molto utile se il sito divenisse un punto di dibattito e informazione, quanto possibile ampi e chiari. Non credo che ci si possa limitare a esaminare gli aspetti specificamente dedicati ai bbcc, per questo ho cercato di capire qualcosa anche in altri punti. Circa il Titolo V della Costituzione, non sembra che l'Unione intenda operare per cambiarlo nelle parti relative ai bbcc, e questo significa mantenere allo Stato la tutela ma anche il persistere di una normativa contraddittoria e ricca di spunti di contrasto. Nel settore dedicato alla pa, insieme a molte cose interessanti e altre che trovo vaghe, non mi pare ci siano contributi specifici - pure temi come quelli degli appalti ad es meritebbero un'attenzione particolare. Ma per gli aspetti contenuti nell'ultima parte - perchè siamo sempre in coda? - debbo dire una buona dose di delusione, sull'onda di quanto scritto da Irene Berlingò e da voi ripreso giorni fa. Non mancano considerazioni apprezzabili, ma chi non auspicherebbe in un programma l'aumento dei fondi, la razionalizzazione dell'organizzazione ecc? Ho l'impressione che il testo sia stato redatto da persona attenta ma estranea all'attività del settore (sarebbe utile saperlo). Coinvolgere le Università nella tutela? ricordo un docente universitario auspicare che la direzione dei restauri fosse affidata appunto a universitari, ma cambiò idea quando qualcuno gli disse se desiderava anche assumersi gli oneri amministrativi e le altre incombenze! E ancora nel programma si ritrova l'auspicio che la tutela sia affidata agli organi territoriali locali, lasciando al MIBAC funzioni generali. Credo che non si abbia valida tutela senza coinvolgere tutte le forze e le istituzioni, in primis le locali: non ho mai avuto timore a discutere su come integrare un affresco anche col sindaco, il parroco e il comitato di zona. Ma occorre mantenere una struttura "alta", che per unanime riconoscimento è una ricchezza culturale della povera pa italiana. Di recente un autorevolissimo esponente politico mi ha detto che sono le persone a fare le istituzioni, e credo che una buona dose di pragmatismo sia necessaria, invece di giocare ancora con le alchimie istituzionali e amministrative. Si può ottenere molto per tutela ecc. costruendo meccanismi semplici e integrati, ad es riprendendo i vincoli monumentali e territoriali nei piani regolatori, arrivando finalmente a criteri univoci per l'assegnazione dei lavori e la qualificazione dei restauratori, abolendo una pletora di adempimenti superflui per consentire all'amministrazione dei bbcc di occuparsi di cose importanti (e credo rimeditando talune scelte organizzative che stanno dando esiti molto incerti). So di avere scritto cose confuse ma la mia è solo una breve considerazione senza pretese, però - lo dico ancora - preoccupata che ancora una volta dei bbcc ci si occupi più pensando a equilibri teorici che comprendendone la realtà e i problemi di ogni giorno.
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