Ghiottonerie toscane 27-10-2009 Francesco Floccia
Ghiottonerie toscane Sarà una burla come dice Vittorio Sgarbi (CLT Arte, perché la questione dell'archivio Vasari è una panzana Il Velino.it - 23/ott/2009) lannunciata vendita dellArchivio Vasari a una Società russa che tanto preoccupa il mondo italiano dellarte, ma non è forse neanche tanto spropositata come è stata definita da alti dirigenti Mibac - la somma di 150 milioni di euro eventualmente sborsabili per lacquisto. Ossia per il nostro mercato forse lo è inconsueta ma per un moderno acquirente russo tale somma è poi tanto irraggiungibile? Non dimentichiamo che nella scorsa estate in Versilia è noto - due coppie di cittadini di quella nazionalità hanno lasciato dopo una cena certamente raffinata 4200 euro di mancia ai camerieri del locale a saldo di un conto di 10800 euro, per un totale di quindicimila euro. Sarà tutto da verificare sia la notizia che il profilo giuridico delloperazione Archivio Vasari: ma la storia artistica italiana di cinque secoli fa ra cchiusa in tante filze varrà pure come 10000 eleganti serate trascorse in Versilia a base di ottima cucina? La Grande Caterina II di Russia, appassionata di libri (acquistò la biblioteca di Diderot e di Voltaire), parlando del proprio collezionismo diceva: Ce nest pas lamour de lart; cest la voracité. Je ne suis pas amatrice, je suis gloutonne (in : Francis H. Taylor, Artisti, principi e mercanti. Storia del collezionismo da Ramsete a Napoleone, a cura di Luigi Salerno, Giulio Einaudi Editore 1954, p. 546). Questa sua passione era il modo per avvicinare la cultura europea alla vita nazionale e il suo regno fu premessa al possente sviluppo della letteratura russa (in: Casimiro Waliszewski, Caterina II di Russia, dallOglio editore, Milano 1967, p. 343). E se anche la Russia di oggi guardasse alla cultura storica delloccidente per acquisirne, ove possibile, le più preziose testimonianze, più che allarmarci dovremmo prendere atto che ci sono sistemi di governo stranieri che, a somiglianza con lo spirito "illuminato" del collezionismo settecentesco, guardano ancora alla nostra Nazione come luogo di studio, di imitazione, di ispirazione.
25/10/2009
Francesco Floccia |