Su un altro articolo del Corriere della Sera (5/1/2010) 13-01-2010 Francesco Floccia
Italia Nostra piange tristemente sulla realtà delle zone terremotate dellAbruzzo in particolare per la città dellAquila che a distanza di vari mesi dal sisma presenta una grave situazione conservativa specie per quanto riguarda il patrimonio artistico del luogo e gli edifici complessivi del cosiddetto centro storico a rischio spopolamento: varie notizie web lanciano questo preoccupato allarme sullo stato delle cose e sui problemi connessi alla ricostruzione di quanto di artistico e di importante è stato deteriorato dallevento. Altre informazioni web riguardano invece il successo di pubblico e di presenze che in questi giorni di inizio anno riscuotono i grandi centri commerciali situati appena fuori da alcune città che, offrendo prevalentemente capi dabbigliamento griffati a prezzi scontati, vivono una grande affluenza di pubblico che viene peraltro accolto come in una sorta di Paese dei balocchi da negozi, boutiques, locali di ristoro e di confort rappresentanti , così integrati, un piacevole viatico per trascorrere momenti di tempo libero. É certamente un fenomeno commerciale e anche di costume visitare questi luoghi che rapidamente vengono costruiti, pubblicizzati e frequentati da numeri cospicui di visitatori e clienti. Aldo Cazzullo in Che tristezza quegli outlet, Corriere della Sera web del 5/1/2009, delinea la natura dinamica del fenomeno outlet che forse proprio per gli assai meno funzionali o vivibili centri storici delle città dovrebbero servire da modello onde rinnovarne la capacità di attrazione. Cè dunque chi teme la desertificazione delle città antiche e non solo perché terremotate - e chi non vede comunque in questi scenografici e quasi miniaturizzati centri commerciali, realizzati come lindi e coloratissimi borghi di campagna, una buona soluzione per favorire incontri, cultura e pubblica socialità. Peraltro di fronte a Musei prevalentemente deserti o disertati dal grande pubblico, sia nel tempo feriale che i n quello festivo - Musei che seppur bene allestiti non richiamano in gran numero né per scienza né per curiosità persone singole o famiglie in cerca di svago penso che sia lecito domandarsi che tipo di cultura stia vivendo oggi lItalia e soprattutto di chi sia il merito di saper scuotere invece energie, attenzione, attrazione verso tali nuove realtà di aggregazione turistico-commerciale a discapito totale della classica visita culturale raramente stimolante e invece pervasa prevalentemente di nostalgie e di nozioni celebranti tempi o fatti gloriosi lontanamente vissuti. Negli anni 20 del Novecento Mario Sironi nelle moderne città industriali, nelle fabbriche, nelle novelle periferie confuse e affastellate del tempo trovava vita, energia lhabitat adatto alla sua pittura, documento più spietato e crudele, impietoso ed atroce della contemporanea condizione urbana (in: Cesare De Seta, La cultura architettonica in Italia tra le due guerre, Editori Laterza 1972, p. 159). Folle di persone che visitano questi attuali inediti quartieri commerciali rappresentano, a distanza di circa un secolo, un moderno fenomeno spontaneo e popolare che dimostra come sia possibile captare le esigenze di tanti nostri concittadini sapendoli incuriosire, accogliere, seguirli nella loro evoluzione di costume, gusto e sensibilità. 6/1/2010 |