ALLA SCOPERTA DEL TESORO SOMMERSO DI PIAZZA DEL PLEBISCITO 08-02-2010 Angelo Forgione
ALLA SCOPERTA DEL TESORO SOMMERSO DI PIAZZA DEL PLEBISCITO
Nella piazza "giace" un costoso maxischermo mai utilizzato
VIDEO-DENUNCIA: http://www.youtube.com/watch?v=nx9JWCO4Cyo
(Nel caso di utilizzo delle foto ESCLUSIVE allegate si prega di citare la fonte)
Un'appendice esterna del teatro "San Carlo" appena restaurato resta inutilizzata. E si trova proprio sotto la pavimentazione di Piazza del Plebiscito. C’è ma non si vede, o meglio si potrebbe vedere se fosse usato. E tocca ritornare a parlare dell’impianto di illuminazione dei monumenti realizzato da Valerio Maioli Group neutralizzato da una manutenzione scellerata che ha lasciato il Plebiscito e Castel dell’Ovo al buio. L’impianto, che non riguarda solo l’illuminazione monumentale, ha un suo corredo multimediale anch’esso abbandonato, ma in un posto davvero insospettabile.
Per rendersene conto basterà farsi un giro in Piazza del Plebiscito e posizionarsi tra i due monumenti equestri dedicati a Carlo e Ferdinando di Borbone. Tra di essi, sotto ai nostri piedi, sarà possibile notare delle botole apparentemente insignificanti ma che in realtà nascondono un grande spreco tra i tanti di quell’impianto avveniristico firmato Maioli. Sotto il livello della pavimentazione giace un maxischermo in fibra speciale di circa 180 metri quadri che, tramite una struttura oleodinamica in acciaio zincato ed alluminio, consentirebbe di proiettare in diretta gli spettacoli del Teatro “San Carlo” o altre manifestazioni. Dei bracci telescopici per il sollevamento della struttura dal basso non vengono azionati dal 2001, così come quello che si trova qualche decina di metri in direzione Palazzo Reale che servirebbe da supporto al sofisticato videoproiettore in dotazione con lenti anamorfiche. Completa l’attrezzatura un rack di amplificazione con relative casse acustiche. Tutto sprecato e custodito un po’ in magazzino, un po’ sotto la piazza.
Le foto esclusive, dagli scavi alla consegna, si riferiscono ai lavori di installazione datati appunto 2001, quando il maxischermo fu pensato per ottenere una reale integrazione della cittadinanza con gli eventi culturali della città. Occasione mai sfruttata!!!
La regia audio-video, sempre firmata Maioli, è proprio alle spalle del palco del “San Carlo”, recuperata e utile per le produzioni multimediali del “massimo” partenopeo. Unica anch’essa grazie ad un joystick che permette di comandare in remoto le telecamere senza arrecare disturbo sonoro alle rappresentazioni teatrali. Grazie alla fibra ottica che scorreva tra il teatro e il maxi-schermo era possibile registrare gli eventi e le rappresentazioni all'interno del Teatro “San Carlo” e diffonderle in piazza del Plebiscito, ma anche nei ricoveri per gli anziani secondo le previsioni di allargamento del progetto. Un grande progetto sotto il profilo sociale: la cultura sarebbe uscita dal “massimo” partenopeo e sarebbe stata offerta alla cittadinanza, cosa che non è mai avvenuta.
Il rilancio della città passa anche attraverso la cultura e invece ai napoletani è preclusa anche la possibilità esistente di fruirne. Riflettori spenti sulla cultura e luci spente sui monumenti dunque, e l’oscurità avvolge la speranza di una Napoli possibile.
Il Movimento V.A.N.T.O. chiede che, essendo stati spesi dei soldi per dare ai napoletani una grande opportunità culturale, lo schermo venga riattivato e si possa godere di alcuni spettacoli del teatro "San Carlo" attraverso la tecnologia esistente.
Per quanto riguarda l'iiluminazione della piazza, l’Assessore al Turismo Valeria Valente ci fa sapere con protocollo n.70/U del 18 Gennaio 2010 che è stato predisposto dal Servizio Illuminazione Pubblica un progetto per potenziare l’impianto esistente d'intesa con la Soprintendenza ai Beni Architettonici. Si prevedono il riutilizzo dei percorsi del precedente impianto, il ripristino dei corpi illuminanti installati nella piazza e la realizzazione di una nuova illuminazione in Via Cesario Console con candelabri e senza sospensioni.
Il progetto prevede l’illuminazione della Basilica di San Francesco di Paola, del colonnato e delle sculture sovrastanti, di Palazzo Reale, dei palazzi “Salerno”, “della Foresteria”, all’occorrenza, anche dei fabbricati di Pizzofalcone, ma non si parla delle statue equestri dei sovrani borbonici. Tempi non precisati per una prima prova di accensione dopo la quale sarà bandita una gara europea per l’individuazione della ditta che curerà l’intervento previsto, nelle migliori previsioni, nel giro dei prossimi dodici mesi.
Ma una riflessione sorge spontanea: era certamente più efficace ed economico aver cura dell’impianto di Valerio Maioli con una buona manutenzione e non lasciarlo morire. Ma visto che ciò non è stato, perché non si è richiesto un intervento di ripristino più celere da parte di chi l’ha realizzato invece di delegare qualcun altro a far rimetter mano ad un impianto da lui conosciuto? Angelo Forgione Movimento V.A.N.T.O. (Valorizzazione Autentica Napoletanità a Tutela dell'Orgoglio) Rappresentante per la città di Napoli del Parlamento delle Due Sicilie |