Il Mibac X anche cultura del singolo 00-00-0000 Francesco Floccia
Il Mibac è anche cultura del singolo. Dicono le news di queste ore che al festival del cinema di Cannes il Ministro Bondi non andrà perché il film-documentario Draquila che colà sarà proiettato offende la verità e l'intero popolo italiano" (in: La Repubblica web, 9/5/2010: "Draquila offende l'Italia", Bondi non va Cannes). Un caso politico la decisione del Ministro come in molti commentano - oppure un normale atteggiamento personale avulso da ogni significato pubblico o censorio? Ministro della cultura vuol dire essere anche ministro nella conoscenza dei comportamenti individuali e quindi non solo dellarte cinematografica ma della sensibilità umana (antropologica) del pubblico cui un qualsivoglia filmato viene destinato. Raccontare in un documentario presentato in un festival le vicende del dopo terremoto abruzzese diventa necessariamente azione di cronaca dal taglio artistico e quindi oggetto di valutazione critica: il titolo dellopera in questione evoca limmaginario, il romanzesco, linconscio della paura. Tutti sentono il timore e loscuro che comunque devono aleggiare in tale opera documentaria: il timore vale per tutti e tutti ne debbono restare coinvolti. E consentito invece a un Ministro sfuggire a siffatta atmosfera che la favola/romanzo Draquila suscita pur parlando di una recente drammatica realtà italiana? Non partecipando alla proiezione di tale filmato il ministro italiano è come se non volesse riconoscere letica di tale opera mentre invece, probabilmente, lascia il posto alla voce del sé: nel capitolo I diversi livelli del male ( Lombra e il male nella fiaba, Bollati Boringhieri 1995, pp. 109-128), Marie-Louise von Franz scrive appunto che Jung, ritiene che il Super-io [freudiano] sia identico al codice morale collettivo che, nella nostra società, è legato alla tradizione patriarcale religiosa giudaico-cristiana (p. 110); ma junghianamente lautentica reazione etica è invece una sommessa voce interiore, la vox Dei o voce del Sé . Ecco dunque con la rinuncia ad andare a Cannes si realizza un conflitto culturale e non già politico tra il codice etico collettivo interiorizzato che varia da una nazione allaltra
.e listanza etica personale che è individuale e non coincide con il codice collettivo (ibidem). Riconosciamo dunque al Ministro la libertà di siffatta scelta culturale: il festival del cinema è una manifestazione darte verso la quale ciascun cittadino reagisce secondo propri sentimenti, sensibilità, stati danimo. Ogni prodotto artistico ha contenuti che stimolano autonomamente le coscienze individuali. Sovente le folle applaudono chi descrive scandali ma ogni tanto cè qualcuno che dissente sia dallo scandalo sia da chi lo denuncia.
9/5/2010 |