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Quale futuro per la Galleria Corsini di Roma?
18-05-2010
Enzo Borsellino

Quale futuro per la Galleria Corsini di Roma?

Il 28 novembre 2007 fu organizzato dal Dipartimento di Studi Storico-Artistici, Archeologici e sulla Conservazione dell’Università degli Studi Roma Tre una Giornata di Studio sul paventato trasferimento della storica collezione Corsini di Roma, ospitata da sempre nel palazzo omonimo sito in via della Lungara, a palazzo Barberini, per unirla al resto del fondo della Galleria Nazionale d’Arte Antica. Tale progetto fu fermato, a seguito della unanime contrarietà espressa in quella sede da studiosi, esperti, docenti universitari, direttori di musei e altri membri della società civile, con una mozione del Consiglio Superiore del MiBAC nel dicembre successivo.
Cambiato il Soprintendente per il Polo Museale Romano nel settembre 2009, l’idea del trasferimento è stata avanzata nuovamente e il Dipartimento ha ritenuto opportuno pubblicare gli Atti di quella Giornata (Problemi e prospettive dei musei storici romani: il caso della Galleria Corsini, a cura di E. Borsellino e F. Papi, “Quinterni, 2”, Dipartimento di Studi Storico-Artistici, Archeologici e sulla Conservazione dell’Università degli Studi Roma Tre, San Casciano V.P. 2010, Libro Co. Italia editore) per ricordare quanti si erano allora espressi contro questo progetto che non tiene conto del rispetto del contesto in cui ha sede la Galleria, ancora rimasto perfettamente integro e originale, con le sculture, gli arredi, la biblioteca, le decorazioni.
L’uscita degli Atti è praticamente coincisa con un nuovo pronunciamento del Consiglio Superiore del MiBAC lo scorso 15 febbraio, in cui però, se da una parte si ribadisce il rispetto del contesto e il mantenimento della collezione Corsini nella sua sede storica, dall’altra si propone che la Galleria Corsini venga “riallestita sulla base degli inventari settecenteschi - quindi restituendole il volto che aveva nel settecento fino all’inventario del 1784 -, con un’operazione culturale e filologica molto complessa, ma assolutamente realizzabile; in parte è già stata abbozzata nell’ultimo allestimento realizzato dall’attuale Direttrice”.
In questo modo però non si terrebbe conto di un altro secolo di storia della collezione, in cui si è arricchita di altre opere, fino al 1883, anno della donazione allo Stato italiano. Inoltre non si considererebbe una tappa particolarmente significativa della storia della raccolta, l’istituzione nel 1829 del vincolo fedecommissario, voluto dal principe Tommaso Corsini senior proprio perché la collezione non fosse dispersa dai suoi eredi e fosse sempre mantenuta nel palazzo della Lungara.
Se di filologia si vuole parlare essa imporrebbe di restituire alla Galleria Corsini l’assetto finale della sua storia di grande raccolta privata divenuta pubblica per munificenza dei principi Corsini.
Ma la scelta di incardinare l’allestimento sull’inventario del 1784 andrebbe comunque nella direzione dello smembramento: infatti la motivazione dell’operazione del trasferimento era ed è incentrata fondamentalmente nell’aggiungere a palazzo Barberini solo le tele più prestigiose della Corsini, tra cui il San Giovanni Battista di Caravaggio, per unirlo alle altre due tele del Merisi della Barberini (la Giuditta e il Narciso, quest’ultima peraltro non attribuita unanimemente al Caravaggio, tanto da non essere stata esposta nella attuale mostra sull’artista alle Scuderie del Quirinale).
Con ciò si spera di aumentare il numero dei visitatori della Galleria Nazionale d’Arte Antica!
La copertura dell’operazione sarebbe dunque data proprio con l’avallo pseudofilologico di un allestimento della Corsini secondo l’inventario del 1784, consentendo che i quadri Corsini documentati dopo quella data possano essere trasferiti tranquillamente a palazzo Barberini. Ed essendo stato ritenuto finora che il quadro del Caravaggio della Corsini fosse presente nel palazzo della Lungara solo dal 1808 (ergo non faceva parte dell’assetto settecentesco della collezione) esso potrebbe essere acquisito da palazzo Barberini senza contrastare apparentemente con l’allestimento “filologico settecentesco”.
Ma analizzando meglio l’inventario del 1784 si scopre che il San Giovanni Battista di Caravaggio è citato nell’appartamento del secondo piano, quindi era già in possesso della famiglia Corsini nel XVIII secolo; il dipinto compare poi in tutti gli inventari successivi, compreso quello del 1829 quando fu inserito nell’atto notarile del vincolo fedecommissario prima ricordato.
Sarebbe quindi auspicabile che il nuovo allestimento tenesse conto di questi importanti dati mai finora considerati.
Un altro limite del nuovo allestimento, realizzato nel novembre del 2009, è l’assenza nella prima sala delle grandi tele dei santi beatificati e canonizzati da Clemente XII Corsini nel 1732 e nel 1737, esposte sempre, fino al 1883, all’inizio del percorso della Galleria; la sala era detta, appunto, negli antichi documenti: “Anticamera delle canonizzazioni”. La presenza di quelle tele nella prima sala della Galleria costituiva un evidente segno di autocelebrazione del casato e testimonianza del passato glorioso dei membri della famiglia, uno dei quali era divenuto perfino pontefice. Si esprimeva inoltre, con quella presenza, il riconoscimento dell’importanza di una categoria figurativa, i dipinti di canonizzazione, che aveva un significato peculiare anche dal punto di vista espressivo, rimesso in luce non molti anni or sono da approfonditi studi sull’argomento. Per questa ragione almeno tre tele erano rimaste sempre esposte nella prima sala fino al precedente allestimento e una quarta si sarebbe potuta reinserire con un facile spostamento di altri dipinti, già suggerito da tempo da chi scrive. Oggi quattro di esse sono relegate nell’ultima sala della Galleria non accessibile al pubblico, mentre la quinta si trova al piano superiore in un ambiente dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
Ci si augura dunque che la Soprintendenza per il Polo museale romano, l’Accademia Nazionale dei Lincei, studiosi ed esperti della storia del collezionismo e della collezione Corsini si riuniscano insieme per studiare un progetto di nuovo allestimento e un piano di rilancio e di valorizzazione della Galleria notoriamente poco visitata, come accade del resto per molte altre Gallerie e Musei romani.


Roma 29 Aprile 2010



ENZO BORSELLINO
Università degli Studi Roma Tre
Facoltà di Lettere e Filosofia
Dipartimento di Studi Storico-Artistici, Archeologici e sulla Conservazione
Cattedra di Museologia
Piazza della Repubblica, 10
00185 ROMA

e-mail: borselli@uniroma3.it



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