La cultura degli Istituti e quella liquida 00-00-0000 Francesco Floccia
Grandi polemiche in queste ore sulla stampa per labrogazione dei finanziamenti pubblici a una fitta lista di Istituti Culturali italiani attuata da parte del Ministero dellEconomia: lo stesso ministro Bondi si dichiara contro i tagli indiscriminati alla cultura (varie notizie web). Ma nel 2010 è ancora lIstituto culturale a rappresentare la scienza, il sapere, la ufficialità e la severità di ciò che appunto si chiama oggi - Cultura? E noto il concetto abbastanza recente di cultura liquida: La cultura di oggi è fatta di offerte, non di norme. Come aveva già notato Pierre Bourdieu, la cultura vive di seduzione, non di disciplina normativa, di pubbliche relazioni, non di elaborazione di politiche (vedi: spazioblog.progettoculturale, Zygmunt Bauman Avvenire, 21 febbraio 2010). Lelemento ludico nella cultura moderna citato da Johan Huizinga (Homo ludens, Leida 1938) è da considerarsi tuttora vivo e dinamicamente proficuo per produrre o acquisire notizie, n ozioni, inedite o svelate sicché la gente comune, lopinione pubblica nel suo complesso, grazie a tanta informazione da più parti intercettata, riceve comunque molteplici conoscenze che diventano inevitabilmente cultura per tutti. Al di là degli Istituti dalle finalità culturali la società italiana ha un numero alto di fonti di apprendimento (radio, tv, web, carta stampata, scambi interpersonali, il capillare sistema di comunicazione pubblica e privata) che consentono a chiunque lo voglia di accedere liberamente e secondo il proprio stile di vita a tutto ciò che suole definirsi, seppur incompletamente, cultura: possesso di nozioni e soprattutto modo di essere intimo e palese. I musei italiani in grande maggioranza hanno un numero scarso di visitatori salvo riempirsi in rade circostanze ma sempre grazie a massicci battages pubblicitari: necessitano allora le postazioni storiche rappresentate da strutture culturali seppur ufficiali, dotte e severe oppure è bene mettere da parte per un pò di tempo, come disse Erasmo da Rotterdam, il Sapiente
silenzioso e accigliato che non solo non ha nessuna pratica delle cose più comuni, ma è lontano le mille miglia dalle opinioni e dalle istituzioni popolari? (vedi E. da R.., Elogio della pazzia, Einaudi editore 1964, pp. 40-41). Probabilmente la società italiana nel suo complesso è alla ricerca di nuovi sistemi di apprendimento e diffusione di cultura e con quella attualmente definibile liquida sta sperimentando una cosa nuova. Non devono essere i tagli quindi ad allarmare la politica ma deve invece suscitare interesse la vivace e spontanea attenzione che lopinione pubblica ha nei riguardi di tutto ciò che è stimolo per una propria individuale capacità creativa e di immediata accessibilità alla conoscenza.
30/5/2010 Francesco Floccia |