Quandanche fosse 18-06-2010 Francesco Floccia
La notizia a oggi incerta che Silvio Berlusconi possa stare in trattativa con la proprietà di un dipinto del Caravaggio per un eventuale acquisto o anche linteressante iniziativa di richiedere la sponsorizzazione del restauro di documenti caravaggeschi conservati nell'Archivio di Stato di Roma e subito accolta da privati, ditte e associazioni professionali (vedi Il Sole 24 Ore web: Caravaggio ed è subito sponsor del 16/6/2010) è senzaltro buona. Se per alcuni la parola mecenatismo può sembrare eccessiva, accettiamo come mediato dalla Storia il desiderio che nella lettera del 28 gennaio 1884 Adriano Cecioni esprimeva al Carducci in merito a un auspicato finanziamento necessario per la realizzazione di due (o almeno una) opere da volgere in marmo: Tu capisci troppo bene, caro Carducci, che non posso cominciare a sfruttare i miei lavori senza lassistenza di un capitalista. Una volta poi chio sia riuscito a crearmi un piccolo fondo con la vendita di questi due gruppi posso continuare con i miei propri mezzi (in: Lettere dei macchiaioli, a cura di Lamberto Vitali, Giulio Einaudi Editore 1978, p. 200). Con tale prospettiva il Cecioni crede con maggior ottimismo e speranza nel proseguimento della sua opera artistica: in un finanziamento da parte di un capitalista non vede una gabbia per la propria libertà creativa ma loccasione che gli consentirà invece una creazione libera. Diversamente scrive sempre lartista - i lavori nello studio che potrebbero procurarmi un quieto vivere...la mancanza di questi mezzi li fa stare lì infruttuosi, riscuotendo di tanto in tanto qualche elogio da chi viene a trovarmi (id., p. 199) ma niente più: né gloria, né pane, né pubblica notorietà. Lasciamo dunque allo Stato le sue competenze sempre più complesse e capillari ma riconosciamo al mondo dellarte e al suo dinamismo creativo le antiche libertà delle committenze private, del collezionismo, della passione del singolo, della esclusività, anche simbolica, del possesso. 16/6/2010 |