Risposta all’attacco di Anselmi contro De Lucia 19-07-2010 Alberto Primi
Risposta all’attacco di Anselmi contro De Lucia
Quello che amareggia non sono solo le cose che De Lucia scrive nel libro “Le mie città”, ma lo stile di un sindaco che si definisce “democratico”, ma che liquida il confronto sull’urbanistica dicendo che siamo tutti colpevoli o nessuno è colpevole. Una chiamata di correo per tacitare chi esprime opinioni diverse dalle sue. Nel suo libro, pag.171, De Lucia descrive la Val di Cornia come “una realtà che ha ereditato quarant’anni di amministrazione urbanistica esemplare, che non ha ceduto alla speculazione edilizia, che ha sconfitto l’abusivismo della Sterpaia, che ha superato le conseguenze di una drammatica deindustrializzazione” Aggiunge poi, a ragione, che è anche una realtà “non insensibile alle scorciatoie di una modernità raccogliticcia e agli adescamenti di una crescita qualunque, di un facile sviluppo nautico e turistico” Ci sembra una descrizione realista (basta guardarsi intorno) e generosa che non merita la risposta smodata del Sindaco Anselmi il quale, asserendo di aver “collaborato” con De Lucia, pretenderebbe il suo perenne silenzio. E’ bene ricordare che De Lucia è stato cacciato dai Sindaci di Piombino, Campiglia e Suvereto nel 2006, subito dopo l’adozione di un piano strutturale che, evidentemente, hanno molto sofferto. Per la risposta alle osservazioni preferirono fare da soli, peggiorando il piano in parti sostanziali. Nel 2008 il Comune di Piombino lo ha modificato in una delle parti più rilevanti come il rapporto urbanistico tra la città e la fabbrica, restituendo alla fabbrica una parte consistente dei terreni che il piano strutturale aveva sottratto all'industria. Per la redazione dei Regolamenti Urbanistici, che dovrebbero essere il naturale proseguimento del Piano strutturale, i Comuni si sono avvalsi di altri professionisti. Da quanto si è appreso dalla denuncia delle liste civiche sembra che i Regolamenti di Campiglia e Suvereto, già adottati, sconfessino clamorosamente il piano in parti sostanziali come il dimensionamento residenziale, prevedendo case anche se non servono e ben oltre i limiti imposti dal Piano stesso. Ce n’è a sufficienza per una riflessione sulle luci e sulle ombre dell’urbanistica della Val di Cornia. Fortunatamente, nonostante quello che pensa Anselmi, c’è ancora chi, come De Lucia, ha la voglia e il coraggio di farlo.
17 luglio 2010
Arch. Alberto Primi
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