Se si restaura anche il brutto ricordo 13-09-2010 Francesco Floccia
Se è vero lassioma secondo cui i giovani di norma tendono a spendere e gli anziani a risparmiare (cfr. Vittorio Carlini, La popolazione invecchia? Azioni e case perdono valore, www.ilsole24ore.com, 5/8/2010) ciò vuol dire che lintera società grazie ai primi diventa dinamica mentre con i secondi si mostra quieta, economicamente asfittica, statica; e allora - come si legge nellintervento delle news di Patrimoniosos (7/9/2010) Abruzzo/ricostruzione: dimore storiche, le criticita' per il recupero - sono solo le problematiche amministrativo-finanziarie legate alla ricostruzione ed al restauro delle residenze storiche aquilane o la carenza normativa per gli interventi sull'edilizia privata in centro storico e dalle incertezze sugli indennizzi per le grandi dimore storiche aquilane a rendere difficile, lenta e problematica la ricostruzione del terremotato patrimonio monumentale abruzzese? Come scrivono oggi sul Corriere della Sera Sergio Rizzo e G. Antonio Stella nella rticolo La città in briciole che ha paura di perdere lidentità allAquila, prima del terremoto, cerano 27 mila universitari, per metà fuori sede, giovani studenti che consentivano alla vita cittadina vivacità, un certo benessere, pragmatismo politico e sociale. Ora, cambiata la situazione, i molti problemi da sciogliere naturalmente sono anche le distruzioni specie quelle parziali degli edifici e particolarmente di quelli storici, le strade piene di macerie, tutte le ipotesi legate alla ricostruzione o al ripristino di ciò che è recuperabile nella visione ottimistica del ritorno della città alle condizioni del pre-sisma: ma sono effettivamente le problematiche amministrativo-finaziarie o le numerose opinioni e norme che regolamentano il restauro dei monumenti e anche dei palazzi urbani che, non so ma suppongo, in buona parte saranno normali abitazioni distribuite in tagli diversi i primi aspetti a doversi affrontare per impiantare tra le tante questioni che richiede la ricostruzione della città anche - e forse in primo luogo - lonnipresente tema della tutela del patrimonio culturale? Perché non è possibile invece cercare una nuova e moderna identità sociale che certamente è già in nuce giacché un terribile avvenimento quale è stato quello del sisma 2009 non può non avere modificato nel profondo comportamenti, consuetudini, stati danimo e aspettative in tutti i protagonisti di quel drammatico teatro di morte, di distruzione, di ansie psicologiche. Il termine restauro esteso in tal caso allesigenza del recupero strutturale e urbanistico dellarea, significa mantenere vivo o comunque mai cancellabile anche levento naturale che così violentemente ha modificato la realtà antropica aquilana e del circondario: se valeva lo slogan comera, dove era (cfr.La difesa del patrimonio artistico, testi per Italia Nostra, Oscar Mondadori, 1978, p. 156) formula peraltro evocata anche nel sottotitolo del citato articolo del Corriere della Sera- tale imperativo storico/culturale rimandava alla situazione italiana dei danni bellici post Seconda guerra mondiale. Teorizzare nellattuale contesto dellevento sismico naturale una ricostruzione urbana secondo tale slogan è invece anacronismo formale e non percezione e occasione di conoscenza di una identità individuale e collettiva comunque nuova e attualizzata e che, seppur legata alle tradizioni, non potrà mai conservare tutte le memorie e i ricordi di ciò che è stato.
11/9/2010 Francesco Floccia |