Nuovi modelli di gestione museale ANTONELLA FLECCA (anto.flesh@libero.it) UNIVERSITà DI TORINO SCIENZE POLITICHE, AMMINISTRATIVO Relatori: LUIGI BOBBIO
GESTIONE ORGANIZZATIVA MUSEALE, FONDAZIONI, MUSEO EGIZIO, TORINO
Dalla nascita delle prime collezioni pubbliche nel XVIII secolo l’istituzione museale non ha mai riscontrato l’interesse, il successo, il riconoscimento sociale di questi ultimi anni.
Testimonianze di questa nuova primavera del museo a livello internazionale sono osservabili con il fiorire di sempre nuove iniziative: istituzione di nuovi e particolari musei, testimoni del mutamento sociale e della maggiore attenzione rivolta alle aspettative del nuovo pubblico; riapertura di vecchie strutture finalmente rivalorizzate; arricchimento e diversificazione dei servizi offerti.
Contemporaneamente, viene percepita in maniera sempre maggiore, la necessità e l’opportunità di sperimentare nuovi modelli organizzativi più efficaci, efficienti e confacenti alle funzioni e specificità di queste istituzioni. Sono perciò al vaglio politico e istituzionale nuove formule e possibilità: la partecipazione dei privati al finanziamento delle iniziative culturali; il riconoscimento di una maggiore autonomia organizzativa, finanziaria, contabile; l’apertura al mercato per l’erogazione dei servizi offerti.
L’elaborazione del presente lavoro prevede uno studio articolato in tre filoni. Ad ognuno sarà dedicato un preciso capitolo. Il primo capitolo consiste in un’introduzione al moderno concetto di museo, alla sua controversa evoluzione nel corso degli anni e in particolare il suo inscindibile legame con il peculiare ordinamento giuridico nazionale. Il secondo capitolo è dedicato alla via italiana alla gestione dei musei. Viene presentata un’analisi puntuale e documentata delle varie forme di gestione delle strutture museali: dai modelli tradizionali alle nuove frontiere organizzative prospettate dalla recente nuova normativa in materia di beni culturali; dalla gestione pubblica ai più efficienti musei privati, individuando di volta in volta identità e differenze, problematiche e possibili prospettive. Attraverso il caso della Regione Umbria, ad esempio, è possibile comprendere concretamente le potenzialità che le reti museali offrono, osservando in azione le leve del cambiamento istituzionale, organizzativo e manageriale. Il terzo filone di indagine restringe il campo alla prospettiva imprenditoriale: la gestione dei musei come aziende. Lo scopo è quello di analizzare come, pur mantenendo inalterata la tutela e rispettando le particolari caratteristiche del “bene museo”, è possibile raggiungere con successo ampliamenti delle dimensioni del business in termini di fatturato, occupazione, gradimento e interesse del pubblico fruitore. Tale obiettivo potrebbe essere raggiunto dando ai beni culturali, e in particolare alle istituzioni museali, un carattere gestionale di tipo privatistico, favorendo l’iniziativa e il coinvolgimento dei privati a sostegno della cultura anche e soprattutto a livello amministrativo e gestionale. In quest’ottica viene presentato il particolare caso del Museo Egizio di Torino, secolare vanto indiscusso della città ed ora vero e proprio laboratorio di sperimentazione per nuove forme collaborate di gestione museale nell’ottica del project financing, la finanza di progetto che convoglia fondi pubblici e privati in progetti comuni.
La “Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino” è il primo tentativo attuato in Italia di gestione mista dei beni culturali, dato il coinvolgimento del Ministero, degli Enti locali e di realtà del mondo privato. L’obiettivo, nelle parole dei promotori, è il rilancio di un’istituzione che già dispone di grande professionalità e di un’inestimabile patrimonio storico-scientifico e che è ora intenzionata a rendersi maggiormente fruibile ad un pubblico ancora più ampio.
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