Niccola Gabiani tra promozione delle memorie civiche e trasformazioni urbanistiche nella città di Asti arch. Alessandro Cutelli (ale.arch@libero.it) Politecnico di Torino Scuola di Specializzazione in Storia, Analisi e Valutazione dei Beni Architettonici e Ambientali, Relatori: prof.ssa Vera Comoli Mandracci/ arch. Chiara Devoti
tutela, urbanistica
Niccola Gabiani, geometra-agrimensore diplomato all’Istituto Tecnico di Asti – fucina di personalità che avranno un ruolo di rilievo nella vita politica, amministrativa e sociale della città tra la fine del XIX e i primi decenni del XX secolo – viene assunto nel 1880 in qualità di applicato al Civico Ufficio d’Arte. Sebbene Gabiani abbia una formazione tecnica, la sua ambizione e i suoi interessi lo portano a intrecciare diversi rapporti nella cerchia dei “notabili” astigiani: i legami con i canonici Carlo Vassallo, Giovanni Battista Longo e col funzionario degli Archivi di Stato Giacomo Gorrini risultano decisivi per la sua formazione di storiografo della città di Asti, pur rimanendo un autodidatta. Nella figura di Gabiani, il tecnico comunale con esperienza nel campo del rilevamento topografico convive con lo storiografo: due profili diversi eppure conciliati perché sostenuti da una sincera passione per la città e i suoi simboli identitari. E’ possibile allora rintracciare la sua eclettica formazione culturale nelle scelte urbanistiche? Possiamo ritrovare nei suoi progetti le differenti anime della sua formazione, quella dell’agrimensore e dello storiografo? Quali sono le motivazioni che hanno evidenziato alcune contraddizioni tra l’attività di Gabiani “urbanista” e l’operosità di Gabiani “promotore delle memorie civiche”? La tesi vuole indurre a ripensare il giudizio e le valutazioni della critica su Niccola Gabiani sottolineando come l’approccio dell’urbanista e quello del promotore delle memorie civiche si saldino nel suo operato, in particolar modo nella redazione degli Schemi di Piano Regolatore del 1900 e del 1906, là dove emergono chiaramente le differenti posizioni progettuali. Lo studio si suddivide in quattro capitoli, di cui i primi due relativi alla formazione culturale di Gabiani e alla situazione urbanistica astigiana di fine Ottocento, mentre il terzo capitolo approfondisce alcune analogie strutturali tra il piano regolatore del 1900 e quello curato da Camillo Riccio nel 1885, analizzando inoltre il ruolo e l’azione della Cassa di Risparmio di Asti in fase di stesura dei piani regolatori di inizio Novecento. Il quarto capitolo, infine, riflette sulle differenze tra il modus operandi di Gabiani nei confronti della città antica e il modo d’intervenire nei settori di ampliamento, confronto da cui emergono definitivamente la competenza tecnica e la sensibilità storica di un importante protagonista della storia astigiana del Novecento.
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