La fortuna iconografica dell’episodio di Rinaldo e Armida nella pittura Napoletana del Sei e Settecento Giannattasio Lorella (lorellagiannattasio@email.it) Università degli Studi di Salerno Lettere, Relatori: M.A.Pavone
Rinaldo Armida Tasso Pittura
L’intento specifico di questo lavoro consiste nell’analisi dell’iconografia dell’episodio letterario di Rinaldo e Armida, tratto dalla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso. Il raggio d’azione dell’indagine è stato circoscritto sulla base di precise coordinate spazio-temporali: XVII e XVIII secolo ne hanno individuato il segmento temporale, mentre l’ambiente pittorico napoletano ne ha definito l’area geografico-culturale di riferimento. Tuttavia, il disegno proposto ha richiesto, inevitabilmente, l’esame preliminare degli aspetti più generali che esso presuppone. Pertanto è sembrato opportuno, in primo luogo, analizzare la fonte letteraria privilegiata, la “Gerusalemme Liberata”, a cui è interamente dedicato il primo capitolo, in cui oltre a compiere un’attenta riflessione sul poema e sul suo autore, ci si sofferma ad esaminare l’episodio di Rinaldo e Armida, che costituisce uno dei momenti più significativi di tutto il poema, se il De Sanctis lo poté definire il centro attorno al quale si svolgono le vicende della “Liberata”. Il capitolo secondo è tutto rivolto ad analizzare il caso ‘eclatante’ della ‘fortuna’ della “Gerusalemme Liberata” che, in tempi brevissimi, non solo riuscì a superare gli orizzonti culturali e geografici entro cui era stata concepita, raggiungendo compositi strati di pubblico e riscuotendo un enorme successo in tutta Europa, ma riuscì pure a travalicare i confini del genere letterario, per attraversare in lungo e in largo i campi dell’espressione artistica. Il terzo capitolo si concentra interamente su quella che fu la fortuna iconografica del poema nell’ambito delle arti visive, provvedendo, innanzitutto, a definire le differenze fra incisione e pittura. La prima sezione del terzo capitolo ha come oggetto la fortuna della “Gerusalemme Liberata” nella storia del libro illustrato, mentre la seconda parte è dedicata alla pittura. Nel riordinare l’insieme delle figurazioni tassesche rintracciate nel corso della ricerca, sono stati definiti, in primo luogo, due grandi macroinsiemi (organizzati al loro interno in aree precisate sulla base di criteri di tipo geografico-culturale) che distinguono le opere realizzate in Italia nel corso del Seicento da quelle concepite nel Settecento. Tale distinzione ha permesso di individuare un singolare andamento evolutivo, dal momento che nel passaggio dal XVII al XVIII secolo è stato rilevato un significativo incremento quantitativo delle figurazioni ispirate alla Liberata, parallelo ad un progressivo fenomeno di impoverimento qualitativo, caratterizzato da uno svuotamento dell’immagine, dovuto al suo affrancamento dal testo poetico e dal suo spirito. L’ultimo capitolo analizza iconograficamente, e talora iconologicamente, il ‘corpus’ delle opere pittoriche rintracciate, dedicate alla vicenda patetico-sentimentale degli amori di Rinaldo e Armida, ordinate sulla base di una scansione tematica che suggerisce subito e chiaramente l’idea di quali siano stati i luoghi della vicenda privilegiati dai pittori. L’analisi di ogni singolo momento tematico è stata condotta sulla base delle relazioni esistenti fra manufatto artistico e fonte testuale principale o eventuali fonti alternative. Primo obiettivo del nostro studio è stato quello di individuare le varianti iconografiche, cioè gli elementi in precedenza assenti o presenti in forma diversa all’interno della composizione. La seconda parte del capitolo accorda il giusto e meritato rilievo all’analisi di quello che fu il significativo contributo della cultura figurativa napoletana, oggetto privilegiato della nostra indagine. Il successo napoletano dell’episodio di Rinaldo e Armida viene messo in relazione con il più vasto movimento di rinnovamento tematico del filone profano, che, costituito fino al principio del Seicento esclusivamente da soggetti mitologici, avrebbe finalmente allargato i suoi orizzonti, essendo ormai pronto per la ricezione di nuovi temi, desunti dal patrimonio letterario. Grande attenzione è stata accordata alle maestose tele di Paolo Finoglia in mostra permanente presso la Pinacoteca Civica di Conversano, di cui si è cercata di mettere in evidenza soprattutto la singolarità della scelte tematiche, e alle diverse tele di Luca Giordano, che più volte manifestò un notevole interesse per il soggetto tassesco.
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