Documenti sulla ricostruzione del paese di Spaccaforno dopo il terremoto del 1693 Fratantonio Concetta (bagheera3@libero.it) Università degli Studi di Siena Conservazione dei Beni Culturali, Beni Mobili ed Artistici Relatori: Chiar.mo prof. Michele Rak
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Ispica, l’antica Hispicaefundus, chiamata fino al 1935 Spaccaforno, è sita sul lembo della Sicilia sudorientale, su una collina, leggermente in pendio, a 170 m. sul livello del mare da cui dista 6 km. Il suo nome Spaccaforno, corruzione volgare dell’etimo Hispicaefundus, fu attribuito all’antica cittadina per ragioni topografiche vista la posizione in cui si trovava, in pratica nella fine “fundus” della cava, o valle dell’Hispa, il fiume che circondava la città. Altri lo fanno derivare dal termine “spacca”, derivazione fonetica d’Ispica, e “forno”, la voce latina adoperata per significare le tombe a forma di forno che si trovavano vicino all’abitato. L’odierna città nasce dal cambiamento di sito dovuto al sisma che colpì la Sicilia, ma in particolare il Val di Noto, nel 1693. Questo lavoro intende, partendo dalla descrizione dei giorni del 9 e 11 gennaio, analizzare quali furono i sostanziali cambiamenti della città. Nella prima parte del testo, si prende in esame quello che era l’antico centro abitato con le sue chiese, il suo castello e la vita intorno ad essi. Il terremoto viene dapprima analizzato come evento che distrusse l’intero Regno di Sicilia, non solo come fatto ma come un mondo da scoprire. La distruzione comunica a questa società, che viene volentieri accusata di essere in ritardo, un impulso innovatore. Ed è proprio questa terra distrutta che nella prima metà del settecento riversa in se stessa tutte le sue ricchezze per restituire in una sola volta la grandezza e la miseria, il palazzo del barone e la casa del contadino, la chiesa gesuita, e quella della confraternita. Nella seconda parte del testo lo sguardo verrà ristretto sulla cittadina di Spaccaforno. Per una visione più completa si è fatto uso dei documenti conservati con cura negli archivi di Stato ed in quelli parrocchiali, così da poter capire come il paese di Spaccaforno visse quelle giornate. La terza ed ultima parte continua con la descrizione della ripresa della vita della cittadina, la costruzione delle prima chiese, la chiesa Madre, quella della SS. Annunziata e quella di S. Maria Maggiore attorno alle quali si sviluppò nel corso dei secoli seguenti l’intera città.
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