Interrogazione parlamentare sugli Archivi di Stato 2003-05-15
SENATO DELLA REPUBBLICA
XIV LEGISLATURA
397a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO SOMMARIO
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2003
(Pomeridiana)
Presidenza del vice presidente FISICHELLA
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni
PRESIDENTE. Passa allo svolgimento delle interrogazioni 3-00995, 3-01003, 3-01031 (già 4-01770), 3-01038 (già 4-04392) e 3-01042 sugli Archivi di Stato.
VENTUCCI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Le manovre di contenimento della spesa degli ultimi anni hanno progressivamente diminuito gli stanziamenti di parte corrente per tutta la Pubblica amministrazione. Tale a situazione ha creato difficoltà gestionali agli Archivi di Stato, colpiti oltre che dai tagli progressivi delle spese di funzionamento, dall'incremento delle spese per acquisti di beni strumentali e dalla tardiva riassegnazione dei proventi recepiti ai sensi della legge Ronchey (fattori che hanno investito l'intera l’Amministrazione dei beni culturali), anche dalla necessità di reperire spazi da adibire a depositi per la conservazione della documentazione, dalla numerosità degli uffici periferici, dall’obbligo di azzerare i debiti pregressi nella fase di gestione della spesa e dall'impossibilità di attingere alle risorse del fondo comune ministeriale per consumi intermedi. Ricordato che il Ministero ha in corso una serie di contratti aventi ad oggetto locazioni passive per far fronte alle necessità di accrescere gli spazi destinati a deposito con relativa richiesta al Ministero dell'economia di un’integrazione di risorse pari a 7.800.000 euro per far fronte agli obblighi contrattuali, fa presente che all'interno del Fondo previsto dall'articolo 23 della legge n. 289 del 2002 è stata disposta una variazione in aumento in favore dell'unità previsionale di base riferita ai beni archivistici pari ad oltre 900.000 euro per il primo semestre del corrente anno, con la possibilità di pari assegnazione per il semestre successivo. Per effetto di tale stanziamento, la differenza percentuale nelle spese correnti del settore fra il 2002 e il 2003 passerebbe dall'attuale 22,27 al 14,67 per cento, equiparando la perdita di risorse a quella media di tutti gli altri settori della stessa Amministrazione. Il Governo si adopererà, infine, per iscrivere le spese di locazione per i depositi degli Archivi tra le spese di investimento.
SERVELLO (AN). E’ inconcepibile che una Nazione che vive della propria storia e delle proprie tradizioni e che dispone di un immenso patrimonio archivistico, che costituisce una fondamentale risorsa scientifica, lesini le risorse destinate al settore giungendo addirittura a metterne in difficoltà la gestione ordinaria. Rivolge pertanto un appello al Governo (che non è certo l'unico responsabile, dato che i tagli partono sin dal 1998) ad invertire la tendenza ed a fornire adeguate risposte agli archivi di Stato, se necessario distogliendo risorse da altri settori nei quali il denaro pubblico viene utilizzato per finalità meno meritorie.
FRANCO Vittoria (DS-U). Esprime totale insoddisfazione per la risposta del Governo che non si fa carico della gravità della situazione degli Archivi di Stato evidenziata in numerosi appelli di autorevoli istituzioni. La riduzione delle risorse, passate dai 7 milioni di euro del 1998 ai 3 milioni di euro dell'anno in corso, rischia di condurre alla chiusura di alcuni archivi, ha già comportato l'interruzione del servizio pubblico e dell'erogazione della corrente elettrica e dei collegamenti telefonici in alcune sedi e rende precarie le funzioni di tutela e conservazione dei beni archivistici. Questa incomprensibile e nefasta logica dei tagli, che assegna al settore meno del 60 per cento del fabbisogno minimo, colpisce, peraltro, il diritto alla ricerca, storica in particolare, come segnalato con preoccupazione da studiosi di ogni parte del mondo. Le risorse richiamate dal sottosegretario Ventucci sono certamente importanti per affrontare le prime emergenze, ma appaiono largamente insufficienti rispetto alle necessità ed è pertanto necessario che il Governo si faccia carico del futuro degli Archivi di Stato.
ACCIARINI (DS-U). Si associa all'insoddisfazione espressa dalla senatrice Franco, che nasce dalla constatazione che il Governo non sembra preoccuparsi della precarietà nella quale il settore archivistico nazionale è stato gettato. Se un’anticipazione del disastro si ebbe allorché il ministro Urbani enunciò l'intenzione di trasformare il suo dicastero in un Ministero di ricavi, non considerando che per sua natura il settore dei beni culturali è innanzitutto un comparto di spesa, che deve essere sostenuto da risorse costanti per la tutela dell'immenso patrimonio dell'umanità custodito in Italia, i tagli secchi apportati ai finanziamenti alle risorse destinate agli Archivi di Stato nelle ultime tre finanziarie hanno condotto ad una situazione drammatica, nei confronti della quale le soluzioni prospettate nella sua risposta dal Sottosegretario appaiono piccoli interventi contingenti per far fronte alle emergenze assolutamente indilazionabili. Ricordato che tra le situazioni di particolare difficoltà va annoverata quella dell'Archivio di Stato di Genova, città che il prossimo anno sarà capitale europea della cultura, sottolinea il problema della limitazione delle spese e la necessità di affrontare in modo complessivo il tema dei canoni di locazione. Appare necessario imprimere una svolta radicale alla politica di tutela del patrimonio archivistico nazionale, ma occorre innanzitutto assicurare per l'anno in corso le risorse necessarie alla gestione ordinaria.
GUERZONI (DS-U). Il Sottosegretario ha riconosciuto la fondatezza dei problemi posti dalle interrogazioni, ma ciò rende ancora più sorprendente la risposta sostanzialmente negativa circa la possibilità concreta di affrontare la grave crisi che investe un settore di enorme importanza per la vita culturale e scientifica del Paese. Concordando sull'opportunità di iscrivere gli oneri di locazione come spese per investimenti in modo da ridurre per il prossimo anno la quota di spesa corrente sulla quale si esercitano le politiche di contenimento - le quali tuttavia debbono avere un limite - auspica che il Governo possa far fronte ad un impegno finanziario che non appare eccessivo per assicurare le risorse necessarie alla gestione ordinaria per l'anno in corso e determini le condizioni affinché dal prossimo anno tale situazione non abbia a ripetersi.
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