Interrogazione a risposta orale 3-00824 2014-03-19
Atto Senato
presentata da ALBERTO AIROLA mercoledì 19 marzo 2014, seduta n.212
AIROLA, SERRA, MONTEVECCHI, BLUNDO, MOLINARI, TAVERNA, BERTOROTTA, SCIBONA, CAPPELLETTI, FUCKSIA, DE PIETRO, PUGLIA, MORONESE, DONNO, MANGILI, LUCIDI - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo - Premesso che:
il comma 2 dell'articolo 9 della Costituzione statuisce che la Repubblica «tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione»;
l'articolo 1 della Convenzione culturale europea, firmata a Parigi nel 1954, prevede la protezione del patrimonio culturale comune europeo;
l'articolo 2 del codice dei beni culturali (decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42), definisce bene culturale le cose immobili e mobili, a chiunque appartenenti, che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell'arte e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell'identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose;
a Frinco d'Asti, comune di circa 750 persone in provincia di Asti, è situato un maniero risalente al XIII secolo di circa 3.800 metri quadri di superficie coperta. Il castello è profondamente radicato nella tradizione del luogo: nel 1193 vi fu sancita la pace fra Asti e il marchese Bonifacio I del Monferrato, mentre nel 1227 nei suoi saloni Bonifacio II di Monferrato firmò l'alleanza con Asti. L'edificio appartenne a eminenti famiglie di Asti, tra i quali i Pelletta, i Turco, i Mazzetti (che, forti del privilegio di battere moneta, nel 1487 vi installarono la loro zecca), prima di essere ceduto ai Savoia, ai Roero di Settime e agli Incisa di Camerana. Da ultimo la proprietà, dopo essere passata ai padri giuseppini e dopo che una ditta vi ha allocato un allevamento di polli, è stata ceduta nuovamente fino all'attuale, società immobiliare Daupher Srl di Milano, recentemente fallita;
il 17 marzo 2011, all'interno dell'edificio, si è verificata dapprima una frana, che ha provocato un cedimento del muraglione di contenimento posto fra i due corpi del Castello, e quindi della struttura portante, una porzione composta su tre piani per un'altezza di 40 metri, la quale si è abbassata di diversi centimetri, con una conseguente tensione rotatoria in direzione delle abitazioni sottostanti, in particolare sulla chiesa parrocchiale e sulle case, tutti edifici storici abitati;
considerato che:
vista la conformazione del territorio, la posizione del fabbricato e il progressivo peggioramento del movimento franoso, che ha evidenziato un cedimento del terreno sottostante, si è imposto di intervenire con urgenza, in primo luogo con due ordinanze sindacali di sgombero degli edifici sottostanti cui è seguita l'ordinanza prefettizia del 17 ottobre 2011 per mezzo della quale il Comune, la Regione Piemonte e il comando provinciale dei Vigili del fuoco venivano invitati a verificare se vi fosse pericolo di una frana, se l'edificio castello potesse collassare sull'abitato sottostante e se vi fosse un sistema di incanalamento delle acque piovane;
successivamente è stato costituito un comitato per la salvaguardia del Castello di Frinco, il quale si adopera per monitorare la situazione. Nel maggio 2012 è stata accertata una circostanza allarmante per l'incolumità non solo del castello ma dell'intero paese, dacché, secondo quanto si legge in una relazione del comitato, «la SEA Consulting Srl, società specializzata in indagini idrogeologiche ha rilevato che il problema dei dissesti murari del Castello di Frinco, non sono imputabili a deterioramento delle murature o a cedimenti dovuti a smottamenti localizzati del terreno, derivanti da imbibizione e mancata manutenzione, ma da fenomeni di natura idro-geologica, interessanti l'intera collina su cui insistono il Castello, la chiesa e l'abitato sottostante»;
il 28 giugno 2012, con sentenza n. 605 del Tribunale di Milano, la proprietaria Immobiliare Daupher Srl è stata dichiarata fallita. In seguito la curatrice fallimentare ha inventariato i beni;
tra marzo e maggio 2013 si sono ripetuti episodi franosi lungo la strada e la piazza sottostanti il castello;
con note protocollate (rispettivamente n. 1470/213 e n. 1478/2013) la curatrice del fallimento ha informato l'amministrazione comunale che in data 17 settembre 2013 si sarebbe proceduto al primo esperimento di vendita, mediante asta pubblica senza incanto, dei beni facenti parte del complesso immobiliare del castello di Frinco. Pertanto ha richiesto al Comune una dichiarazione in merito all'eventuale esercizio di prelazione relativo al compendio immobiliare del castello di proprietà della Immobiliare Daupher Srl; a tal proposito, la curatrice ha comunicato che il prezzo base della proprietà immobiliare ammontava a complessivi 1.079.000 euro;
il 18 luglio 2013, la Giunta del Comune di Frinco con delibera n. 28 ha approvato la «Rinuncia all'esercizio del diritto di prelazione sui beni facenti parte del complesso immobiliare il Castello di Frinco», non avendo l'ente «disponibilità finanziaria per sostenere un tale acquisto e tanto meno per intervenire con opere di restauro e risanamento». Alla data prevista, l'asta è andata deserta;
considerato inoltre che:
il 23 dicembre 2013 il sindaco ha emanato un'ordinanza di sgombero per la salvaguardia della pubblica e privata incolumità, con la quale ha disposto in via cautelativa lo sgombero delle abitazioni sottostanti il castello in particolare ai civici 5-6 (carraio e pedonale) -7-9, nonché l'interdizione dell'uso della chiesa parrocchiale e la chiusura della via Castello dalla chiesa parrocchiale fino al civico 6;
il 5 febbraio 2014, tra le ore 18.30 e le ore 19.00, è crollato il corpo di ingresso della viabilità privata di accesso e il relativo muro di contenimento in mattoni del castello. La porzione franata è rovinata in parte su terreni di sua pertinenza, e in parte sul cortile e sul fabbricato sottostanti e di altra proprietà, provocandone il crollo parziale, ostruendo la strada comunale e arrestandosi contro i fabbricati situati sul lato opposto;
il 6 febbraio 2014, ai fini di mettere in sicurezza lo stabile interessato dal crollo, con ordinanza sindacale è stato intimato alla proprietà di provvedere alla messa in sicurezza della porzione di fabbricato interessata dal crollo anche con la demolizione delle parti non crollate e pericolanti a tutela della pubblica e privata incolumità, alla messa in sicurezza della parete esterna della rocca di terreno, completamente esposta alle intemperie, e di tutta l'area interessata dal materiale crollato e alla rimozione delle macerie dal sedime stradale per ripristinare la viabilità e tutelare la sicurezza del versante,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza delle preoccupanti condizioni di un bene culturale di rilievo come il Castello di Frinco;
se e in che modo intenda intervenire nella procedura fallimentare per la tutela del bene culturale;
se intenda assumere provvedimenti al fine di procedere al recupero e al restauro del castello e del borgo sottostante, le cui abitazioni, da considerarsi edifici storici a tutti gli effetti, sono altresì in pericolo per via del possibile collasso dell'imponente struttura sovrastante;
quali iniziative intenda assumere al fine di verificare, anche attraverso un'attività ispettiva dell'autorità competente, quali misure di tutela del bene siano state adottate nonché al fine di individuare le eventuali responsabilità relative ai crolli e allo stato di degrado in cui versa il castello di Frinco.
(3-00824)
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