Interrogazione a risposta orale 3-00813 2014-03-13
Atto Senato
Interrogazione a risposta orale 3-00813 presentata da MICHELA MONTEVECCHI giovedì 13 marzo 2014, seduta n.209
MONTEVECCHI, AIROLA, LUCIDI, FUCKSIA, BERTOROTTA, SERRA, CAPPELLETTI, TAVERNA, MORONESE, SIMEONI, PAGLINI - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo - Premesso che:
Cinecittà nacque nel 1937 e negli anni '50 e '60 divenne un'industria di rilevanza economica per il Paese al punto di divenire un riferimento per la cinematografia nazionale ed internazionale. Nonostante il grande valore culturale ed economico di questo sito, gli interessi di vari imprenditori, come quelli del settore edile, non sono mancati;
nel 1983 fu alienata un'area di circa 20 ettari, per la costruzione del centro commerciale "Cinecittà 2", vendita che da più parti apparve una forzatura in quanto presentata come unica soluzione ad una crisi economica che invece si ridimensionò proprio dopo la cessione;
negli anni '90, con la fine della prima Repubblica, le teorie liberiste investirono il Paese e portarono in breve tempo a svendere pezzi importanti e strategici delle attività dello Stato;
nel 1997 la stessa Cinecittà venne considerata dal Ministro del tesoro pro tempore Carlo Azeglio Ciampi e dal Ministro pro tempore per i beni culturali Walter Veltroni non più strategica ed un costo non più sopportabile. Si procedette alla privatizzazione dando mandato a Luigi Abete, col vincolo di garantire la continuità della missione storica del complesso. Nel 1997 a seguito del mandato conferito, nacque la "Cinecittà privata", la cui presidenza venne affidata a Luigi Abete;
attualmente fanno parte del consiglio di amministrazione, tra gli altri, imprenditori quali Aurelio De Laurentis e Diego Della Valle. Nel 1998 Abete ha presentato subito un progetto per la cementificazione dell'area attraverso la realizzazione di un centro commerciale, giustificandolo con la costruzione di un cinema multisala. Il Consiglio comunale ha bocciato il progetto non ritenendolo in linea con la missione;
considerato che:
i nuovi imprenditori non sviluppando un'adeguata politica commerciale di costi e di investimenti, previsti dagli accordi sottoscritti con la parte pubblica, al momento della privatizzazione hanno spinto anche i clienti più affezionati a scegliere altri competitor, comportando il rischio della sparizione di tutta la manodopera altamente specializzata e del patrimonio professionale che da sempre il mondo invidia all'Italia;
in particolare, con una lettera raccomandata datata 26 aprile 2010, Cinecittà Studios SpA ha comunicato ai signori De Angelis (scultore) e Sanchini (tappezziere) la revoca del contratto di locazione. La fabbrica di plastica e sculture della famiglia De Angelis è presente a Cinecittà da 4 generazioni, con 3 capannoni e circa 30.000 sculture ed è, tra le fabbriche di Cinecittà, la più grande e la più gloriosa;
già allora la situazione destava particolare preoccupazione non solo tra le tante professionalità che da anni prestavano la propria attività presso gli stessi studi di Cinecittà, che vedevano fortemente compromesso il loro futuro lavorativo, ma, in generale, tra tutti coloro che ne riconoscevano il grande valore storico, artistico e culturale;
lo stesso Riccardo Tozzi, presidente dell'Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali, in un'intervista al "Giornale dello spettacolo", ha espresso la necessità crescente di dover tornare a lavorare a Cinecittà per abbattere i costi e i tempi di produzione dei film italiani che per motivi organizzativi e d'impatto sul territorio non possono essere girati "con sei camion a Piazza Mazzini, nel cuore di Roma";
la situazione è precipitata negli anni successivi tanto che i lavoratori sono costretti dal 4 luglio al 26 settembre 2012, per respingere il progetto presentato da Luigi Abete, a 90 giorni di sciopero con occupazione e manifestazioni portate anche alla mostra del cinema di Venezia;
in data 4 dicembre 2012 a Roma si sono incontrate le parti sociali che successivamente hanno siglato un accordo che prevede l'assunzione dei seguenti impegni: per quanto riguarda il Ministero per i beni e le attività culturali), piano di investimenti per rilanciare gli studios, ottenere la conferma delle attuali agevolazioni fiscali, costituzione di appositi gruppi di lavoro per rafforzare la produzione in Italia. Per quanto riguarda Cinecittà Studios SpA e Cinecittà Luce SpA, piano di investimento di circa 7 milioni di euro ammodernamento dei teatri di posa eccetera, assunzione giovani risorse con il miglioramento del contesto economico, monitoraggio accordo e sviluppo del mercato con incontri periodici con cadenza semestrale. Per quanto riguarda i lavoratori, l'accordo di solidarietà biennale con decorrenza del 14 gennaio 2013 fino al 13 gennaio 2015, una riduzione oraria del lavoro nella misura del 40 per cento;
i numeri dello sperpero economico sono stati resi noti attraverso i bilanci delle società che peraltro sono sotto il vaglio ed il controllo della Corte dei conti. Nella delibera n. 108 del 13 dicembre 2013 si dava atto della composizione e delle partecipazioni del gruppo;
considerato inoltre che:
a tutt'oggi le partecipazioni sono rimaste in capo a Cinecittà Luce SpA. Le società partecipate da Cinecittà Luce al 31 dicembre 2012 sono Cinecittà Studios SpA e Circuito Cinema Srl. Cinecittà Studios SpA (partecipata al 20 per cento) è una società costituita nel 1997 alla quale Cinecittà Luce ha affittato il ramo d'azienda relativo all'utilizzo degli studi cinematografici, prima esercitato direttamente, esclusi soltanto gli immobili utilizzati invece esclusivamente dalla stessa Cinecittà Luce. È anche in atto fra le parti un contratto di licenza ad uso esclusivo del marchio "Cinecittà". La restante parte del capitale azionario di Cinecittà Studios, è detenuta per l'80 per cento da azionisti privati;
a sua volta Cinecittà Studios possiede l'85 per cento del capitale sociale di Cinecittà digital factory SpA (che si occupa delle attività di sviluppo e stampa prima curate direttamente dalla medesima Cinecittà Studios), il 60 per cento del capitale di Cinecittà Papigno Srl, il 30 per cento del capitale sociale di CLA Studios (Marocco), il 20 per cento del capitale sociale di Image GMBH, il 97,727 per cento del capitale di Cine District entertainment Srl, il 70 per cento di Cinecittà allestimenti tematizzazioni Srl e il 66,66 per cento dell'associazione in compartecipazione Nicomax;
il bilancio di Cinecittà Studios si è chiuso nel 2012 con una perdita di 5.601.666 euro, a fronte del risultato negativo di 3.684.625 euro dell'anno precedente. Al riguardo è da considerare che dal 1° gennaio 2009 dalla società è stato scorporato il settore sviluppo e stampa, con cui si è dato luogo alla costituzione della società Cinecittà digital factory Srl;
considerato altresì che:
in data 18 febbraio 2014 il Ministero, nella persona del dottor Nicola Borreli, ha convocato le organizzazioni sindacali nazionali con le rispettive rappresentanze sindacali unitarie e l'azienda Cinecittà Studios nella persona del presidente dottor Porcelli, nonché l'amministratore delegato Giuseppe Basso, per evidenziare le problematiche sottese alle verifiche periodiche che il Ministero si era impegnato ad effettuare, sottoscrivendo un accordo nel dicembre 2012 nel quale a sua volta il Ministero si era impegnato a lavorare per il rilancio del comparto di Cinecittà; tali impegni, se rispettati, consentirebbero di evitare la "solidarietà" dei lavoratori e rilanciare l'intero comparto di Cinecittà;
ad oggi la condizione dei lavoratori di Cinecittà è la seguente: una parte dei lavoratori continua con il contratto di solidarietà; i lavoratori "in affitto" alla multinazionale Deluxe Italia holding sono stati riconsegnati alla Cinecittà digital factory Srl, allorquando il 27 marzo 2014 verranno riaperte le procedure di cassa integrazione guadagni; i lavoratori "in affitto" alla Deluxe digital Rome sono stati licenziati;
considerato infine che risulta agli interroganti che: nessun investimento di 7 milioni di euro previsti sarebbe stato effettuato; nessun progetto industriale di sviluppo sarebbe stato presentato; le aziende affittate e cedute a multinazionali Deluxe e Panalight, nonostante gravi segni di sofferenza non avrebbero portato il previsto valore aggiunto; da circa 2 anni esiste un'inadempienza contrattuale per il mancato pagamento dei canoni di locazione di alcuni milioni di euro,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza delle gravi condizioni di crisi in cui versano gli storici studi cinematografici di Cinecittà nonostante l'accordo e se quanto esposto corrisponda al vero;
quali siano le sue valutazioni in merito e come intenda intervenire al fine di rilanciare gli studios di Cinecittà, preservandoli da ulteriori atti, a parere degli interroganti, di sciacallaggio, che nuocciono alla collettività nonché all'immagine di Cinecittà, non solo nell'interesse delle tante professionalità che vi operano e contribuiscono all'eccellenza del settore cinematografico, ma anche in favore della cultura, della salvaguardia del made in Italy nel mondo e del rilancio dell'economia del nostro Paese.
(3-00813)
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