Interrogazione a risposta scritta 4-01472 [Scrovegni] 2014-01-14
Atto Senato
presentata da MASSIMO BITONCI martedì 14 gennaio 2014, seduta n.164
BITONCI - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo - Premesso che:
la cappella degli Scrovegni è senza dubbio un luogo di grande pregio storico ed artistico non solo della città di Padova, dove si trova, ma di tutto il Paese, nota a livello internazionale per la serie di cicli di affreschi trecenteschi in essa contenuta e che rappresentano un patrimonio figurativo di artisti di straordinaria importanza, tra cui, in primis, Giotto, oltre a Guariento, Giusto de' Menabuoi, Altichiero e Jacopo da Verona, tanto che ad oggi i cicli trecenteschi sono all'interno di una lista di osservazione di siti passibili di inserimento nel patrimonio Unesco;
organi di stampa locale di Padova di questi ultimi giorni ("Corriere del Veneto" del 10, 11 e 12 gennaio 2014, "Il Gazzettino" e "Il Mattino" di Padova) riportano la notizia della querelle sorta tra il celebre artista teatrale Dario Fo e l'amministrazione comunale di Padova relativamente allo stato di conservazione della cappella degli Scrovegni;
secondo quanto riportato dagli organi di stampa, infatti, alle sollecitazioni rivolte dall'artista lombardo alla stessa amministrazione comunale di porre maggiore attenzione relativamente alla situazione delle infiltrazioni d'acqua presenti nella cappella, rappresentanti istituzionali del Comune avrebbero risposto evidenziando come le accuse di incuria risultavano prive di fondamento;
l'11 febbraio 2013, presso il Kunsthistorisches Institut di Firenze, è stata dedicata una giornata di studio alla cappella e alla cripta degli Scrovegni di Padova;
a far riemergere l'interesse degli scienziati il caso Scrovegni è stata la decisione del Comune di Padova di valutare la possibilità di edificare un'area pubblica di 143.000 metri cubi in stretta prossimità della cappella, con scavi ingentissimi che prevedono la costruzione di due grattacieli e un poderoso auditorium;
nello specifico, secondo gli studiosi che hanno partecipato al convegno, il progetto rischia di provocare gravi deformazioni volumetriche e distorsive al sottosuolo e alle falde acquifere, con cedimenti assoluti e differenziali che potrebbero manifestarsi in periodi lunghi e successivi, e che l'innalzamento progressivo del livello del canale Piovego, adiacente alla cappella (forse ancora maggiore da quando il canale non più è dragato per la navigazione), porta al costante semiallagamento di quell'ambiente;
la cappella degli Scrovegni, pertanto, versa in uno stato di grave degrado a causa della permanente presenza nella cripta dell'acqua che ha cominciato a risalire anche alle pareti, tanto che numerosi cittadini, anche organizzati in comitati, chiedono interventi urgenti da parte delle autorità competenti e dell'università di Padova, nonché la pubblicità sulle proposte formulate e sui dati provenienti dai piezometri, rivendicando il diritto della popolazione all'accessibilità della cripta, che ad oggi può essere visitata solo facendo domanda al Comune;
l'amministrazione comunale di Padova, per voce del sindaco Ivo Rossi, avrebbe dichiarato come "La Cappella di Giotto è il monumento più monitorato d'Italia: il microclima interno è regolato per mantenere i migliori parametri di umidità relativa e temperatura, il monitoraggio è oggetto delle costanti attenzioni di una commissione apposita della quale fa parte anche l'istituto centrale del restauro, del ministero dei Beni culturali e sovrintendenze unitamente ai tecnici del Comune", ricordando altresì come "da quando è diventata proprietà del Comune, alla fine dell'800, è nota la presenza di acqua all'interno della cripta",
si chiede di sapere se, in ragione della valenza storica ed artistica della cappella degli Scrovegni e alla luce della vicenda descritta, il Ministro in indirizzo intenda adottare interventi urgenti di competenza per tutelare un bene monumentale unico come quello della cappella del Cenobio di Padova, verificando altresì al contempo la correttezza dei sistemi e degli interventi fino ad oggi conseguiti da parte delle autorità e dell'amministrazione comunale al fine di garantire l'integrità e la conservazione del monumento.
(4-01472) Atto Senato
Risposta scritta pubblicata nel fascicolo n. 037 all'Interrogazione 4-01472
Risposta. - La cappella degli Scrovegni è da tempo sottoposta ad un'attività di monitoraggio costante delle sue condizioni strutturali, idrauliche e geotecniche, consistente nella rilevazione e nell'elaborazione, gradualmente implementate per effetto dell'installazione e dell'attivazione di nuovi dispositivi, dei dati e dei parametri che le discipline e la letteratura scientifiche più aggiornate assumono significativi ai fini della valutazione delle condizioni di conservazione dei manufatti storici, sulla base dei protocolli internazionali più accreditati.
Tali attività, ferme restando le competenze istituzionali in capo a questo Dicastero, sono promosse e coordinate dalla commissione interdisciplinare e scientifica per la conservazione e la gestione della cappella degli Scrovegni, presieduta dal direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici del Veneto e composta dai soprintendenti di settore, dal direttore dell'Istituto superiore per il restauro e la conservazione, da docenti di ingegneria, tecnica delle costruzioni, idraulica, fisica tecnica e geotecnica degli atenei di Padova e Venezia, dal direttore dei musei civici e dai dirigenti dell'amministrazione comunale a vario titolo interessati.
In ordine all'attuale stato di conservazione della cappella, appare opportuno rappresentare quanto segue.
Al presente, nessuno dei parametri oggetto di rilevazione indica la sussistenza di situazioni, in essere o ragionevolmente prevedibili, tali da richiedere l'adozione di provvedimenti che vadano oltre le ordinarie pratiche manutentive richieste da un edificio di tale vetustà e di tali caratteristiche architettoniche, strutturali e decorative. Questo vale sia per gli aspetti idraulici, sia per quelli che attengono al comportamento statico dell'edificio, sia, infine, per quelli che riguardano lo stato di conservazione degli affreschi.
Con particolare riguardo alla presenza di acqua nel cenobio, si evidenzia che la medesima riflette una situazione documentata da quasi un secolo e mezzo, ovvero da quando il bene culturale è stato acquisito alla proprietà del Comune (1880).
La condizione idraulica attuale della cripta è oggetto di un'attenzione costante, che muove dalla consapevolezza che tale tipologia di vani ipogei veniva realizzata anche al fine di evitare problemi di umidità alle pareti soprastanti.
Alcune recentissime indagini, tra le quali il prelievo di campioni all'interno delle murature su cui sono state eseguite le decorazioni parietali e l'effettuazione di una termografia all'infrarosso, hanno dimostrato che la presenza di acqua non reca, al presente, alcun danno agli affreschi giotteschi. Un mutamento dello status quo, oltre a comportare complessi e costosi interventi di ingegneria idraulica che, allo stato, appaiono del tutto ingiustificati, esporrebbe il bene culturale al rischio di effetti pregiudizievoli, a causa dell'impossibilità di prevedere il comportamento dei terreni di fondazione conseguente alla bonifica. I terreni, infatti, impregnati per secoli dall'acqua della falda, muterebbero più o meno repentinamente il proprio comportamento meccanico, con conseguenze inevitabili (ancorché dai contorni al momento non precisabili) sulle strutture architettoniche e, dunque, sugli stessi apparati decorativi. Effetti allo stesso modo non valutabili si avrebbero sulle superfici delle murature della cripta, a seguito dei fenomeni legati alla cristallizzazione dei sali al loro interno, al presente in stato solubile.
La funzione delle pompe presenti in loco è quella di mantenere il livello dell'acqua entro limiti ritenuti non pregiudizievoli, anche solo in via ipotetica, alla conservazione dell'aula affrescata.
Si sono appena concluse le verifiche annuali da parte dell'Istituto superiore per la conservazione e il restauro, condotte centimetro per centimetro sulla superficie dei dipinti e a breve ne verrà reso noto il rapporto conclusivo. Si può comunque anticipare l'esito assolutamente positivo dei controlli, che incoraggia a proseguire negli attuali protocolli di indagine e monitoraggio.
Inoltre, la commissione interdisciplinare, nella seduta del 28 gennaio 2014, ha preso atto delle risultanze delle indagini archeologiche effettuate, con la direzione scientifica della Soprintendenza competente, in aree adiacenti al bene culturale. Tali indagini, programmate da tempo e finora rinviate per mancanza di risorse finanziarie, si appalesano di interesse notevole per la storia costruttiva del bene, consentendo ora di correlare le sostruzioni di età classica alle strutture ipogee dell'edificio trecentesco.
Quanto alla possibilità di edificazione di un vasto complesso in prossimità del bene culturale, si rappresenta che, dalle informazioni assunte dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Veneto, il Comune di Padova ha accantonato l'idea di realizzare il progetto.
FRANCESCHINI DARIO Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo
24/03/2014
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