Interrogazione a risposta scritta 4-13704 2016-07-06
Atto Camera - Interrogazione a risposta scritta 4-13704 presentato da DIENI Federica testo di Mercoledì 6 luglio 2016, seduta n. 648
DIENI, D'UVA e VILLAROSA. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che: la Costituzione prevede, all'articolo 117, secondo comma, tra le materia di competenza esclusiva dello Stato la tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali; la Corte Costituzionale, a partire dalla sentenza n. 94 del 2003, ha precisato che la normativa «riserva alla esclusiva competenza statale anzitutto la “apposizione di vincolo, diretto e indiretto, di interesse storico o artistico e vigilanza sui beni vincolati” e tutto quanto riguarda “autorizzazioni, prescrizioni, divieti, approvazioni e altri provvedimenti, anche di natura interinale, diretti a garantire la conservazione, l'integrità e la sicurezza dei “beni di interesse storico o artistico” ed “esercizio del diritto di prelazione”»; il primo comma dell'articolo 152 del medesimo testo normativo afferma, invece, che «lo Stato, le regioni e gli enti locali curano, ciascuno nel proprio ambito, la valorizzazione dei beni culturali»; il riferimento normativo è in tal senso il codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137; la conservazione, integrità e sicurezza dei beni culturali di particolare pregio è questione di cui lo Stato non può disinteressarsi neppure nel caso in cui siano le omissioni delle regioni a statuto speciale, nelle loro competenze, a porre in pregiudizio beni di valore inestimabile per la Nazione; questo è il caso delle opere conservate all'interno del Museo di Messina, di cui si è occupato di recente un articolo apparso su la Repubblica del 22 giugno 2016 dal titolo «Messina aspetta il museo fantasma chiuso da vent'anni»; l'articolo rimarca come il nuovo museo di Messina sia «pronto da vent'anni e mai aperto [...] pensato e progettato per dare spazio ai beni recuperati dal terribile terremoto del 1908 rimasti in gran parte nei magazzini fino o già posizionati nella nuova struttura per l'allestimento finale»; si tratta di «un patrimonio complessivo di 20 mila pezzi tra reperti archeologici, opere pittoriche, elementi architettonici, monete, maioliche, gioielli, manufatti preziosi e tanto altro»; in esso risultano peraltro conservate da 20 anni, «alcune tavole di Antonello da Messina e due tele del Caravaggio»; il lungo stato di abbandono, lontano da pubblico e riflettori, non può che destare serie preoccupazioni circa lo stato di conservazione di tali inestimabili capolavori; come sostiene l'articolo, infatti, «l'umidità cammina nelle pareti esterne» del Museo, mentre dopo un ventennio, per motivi che non sono stati completamente chiariti, esso resta chiuso; nonostante i vincoli costituzionali e, di conseguenza, quelli statutari, che pongono la «conservazione delle antichità e delle opere artistiche» nelle competenze esclusive della regione siciliana, restano spazi, previsti dallo stesso statuto regionale, al Governo nazionale per intervenire nei casi più gravi di violazione dello stesso, tra cui, a parere degli interroganti, devono risultare anche le omissioni sulla tutela delle opere artistiche di inestimabile valore, come quelle conservate nel Museo di Messina –: di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa e alle criticità evidenziate dagli organi si stampa; quali iniziative di competenza intenda assumere per promuovere, di concerto con le regioni e gli enti locali, un piano di rilancio delle strutture museali su tutto il territorio nazionale, considerato che queste, come nel caso del Museo di Messina sopra descritto, custodiscono un patrimonio culturale di inestimabile valore. (4-13704)
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