VII Commissione della Camera - seduta del 18 giugno 2003 (Interventi per i beni e le attività culturali, lo sport, l'università e la ricerca, nonché in materia socio-sanitaria) 2003-06-18
Interventi per i beni e le attività culturali, lo sport, l'università e la ricerca, nonché in materia socio-sanitaria.
C. 3992, approvata dal Senato, e C. 3676 Rotundo.
(Seguito dell'esame e rinvio - Adozione del testo base).
La Commissione prosegue l'esame, rinviato, da ultimo, nella seduta di ieri.
Ferdinando ADORNATO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare.
Andrea Giorgio Felice Maria ORSINI (FI), relatore, intervenendo in sede di replica, propone di adottare la proposta di legge C. 3992, approvata dal Senato, quale testo base per il seguito dell'esame in sede referente.
La Commissione delibera di adottare la proposta di legge C. 3992, approvata dal Senato, quale testo base per il seguito dell'esame in sede referente.
Il sottosegretario Nicola BONO, intervenendo in sede di replica, ricorda che ogni anno, nel corso dell'esame del disegno di legge finanziaria, vengono accantonate specifiche somme destinate alla copertura di provvedimenti legislativi che il Parlamento approverà nel corso del successivo esercizio finanziario. Anche questa volta, nel corso dell'esame, della legge finanziaria per il 2003 sono state quindi accantonate somme rispettivamente inserite in Tabella A (per spese di parte corrente) e in Tabella B (per spese in conto capitale). Precisa che tali accantonamenti necessitano tuttavia di singole autorizzazioni di spese per essere effettivamente spendibili. Ricorda inoltre che la proposta di legge in discussione, di iniziativa parlamentare, che autorizza appunto i singoli stanziamenti, è stato già licenziato dal Senato.
Nel corso dell'esame da parte della 7a Commissione del Senato, la proposta di legge si è arricchita di una previsione normativa che al Governo appare di fondamentale importanza. Difatti, le disposizioni contenute costituiscono un completamento necessario per la integrale attuazione della iniziativa governativa, diretta a riservare una quota del 3 per cento dei finanziamenti autorizzati per il settore delle infrastrutture, per la spesa per la tutela e per gli interventi a favore dei beni culturali.
È inutile sottolineare la straordinaria rilevanza di tale disposizione, contenuta nella legge finanziaria. Difatti, per la prima volta, si conciliano due interessi pubblici che tradizionalmente sono stati considerati antitetici: quello dello sviluppo delle infrastrutture e quello della tutela dei beni culturali e del paesaggio. La circostanza che tali interessi siano stati considerati in termini antagonistici è stata - da sempre - una delle ragioni o di una politica delle infrastrutture poco sensibile ai temi dei beni culturali, ovvero di una politica dei beni culturali che talune volte non ha considerato debitamente le esigenze dello sviluppo delle infrastrutture.
Rileva quindi che, l'iniziativa in questione, al contrario di quanto sostiene il deputato Chiaromonte, si caratterizza proprio in termini di coerente strategia di gestione dei fondi pubblici da parte del Governo.
Tornando alla norma, precisa che parte delle disponibilità iscritte nel bilancio dello Stato per interventi infrastrutturali sono costituite da cosiddetti «limiti di impegno». Pertanto, vista l'impossibilità per il Ministero per i beni e le attività culturali di procedere direttamente alla contrazione dei mutui finalizzati all'acquisizione delle relative risorse, ne è conseguita l'esigenza di procedere alla costituzione di una apposita società denominata ARCUS (Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo) finalizzata appunto, tra l'altro, alla contrazione dei mutui attivabili sulla base dei suddetti limiti di impegno.
L'articolo 3, in particolare, prevede la sostituzione della Società italiana per i beni culturali Spa (Sibec) istituita dalla legge 8 ottobre 1997, n. 352, con la suddetta società. A riguardo, ritiene opportuno sottolineare che la SIBEC, nata con un capitale sociale estremamente esiguo, non è mai stata in condizioni di operare efficacemente.
Precisa quindi che la società ARCUS, nell'intendimento del Governo, verrebbe al contrario immediatamente abilitata ad utilizzare la richiamata quota del 3 per cento. È stato pertanto ipotizzato uno strumento operativo di notevole agilità che consentirebbe - attraverso il previsto regolamento di attuazione - un uso mirato delle risorse finanziarie che verranno acquisite.
Non si registra quindi, a suo avviso, alcun problema di invasione di competenza legislativa, regionale, poiché ovviamente gli interventi della società non potranno che avvenire nelle materie affidate alla competenza dello Stato.
Diversamente da quanto rilevato dal deputato Tocci, non vi è alcun pericolo di trasferimento a soggetti diversi dallo Stato della potestà di tutela, poiché tale funzione fondamentale rimane ovviamente nella competenza statale, fermo restando che alle indispensabili necessità finanziarie si potrà far fronte utilizzando i meccanismi contabili della istituenda Società.
Esprime quindi la convinzione che la proposta di legge - di indubbia portata - necessiti di una sollecita approvazione, per non vanificare le importanti postazioni di bilancio appositamente accantonate dalla legge 289 del 2002.
Carlo CARLI (DS-U), intervenendo per una richiesta di precisazione e dopo aver richiesto chiarimenti in merito alla «blindatura» della proposta di legge in esame, sottolinea che da parte del suo gruppo vi è l'impegno ad utilizzare i finanziamenti accantonati. Precisa inoltre che nelle finalizzazioni di spesa previste dalla legge finanziaria sono riportate precisamente le opere per le quali debbano essere utilizzati tali finanziamenti.
Esprime quindi la convinzione che con la proposta di legge in titolo si stia dando una delega in bianco al Governo per l'utilizzazione delle disponibilità finanziarie previste. Ribadisce che le due società, ovvero la SIBEC, prevista dalla legge Veltroni, e l'ARCUS, prevista dalla proposta di legge in titolo, rappresentano delle realtà differenti.
Per quanto riguarda la questione del ruolo delle regioni, ribadisce gli elementi di incostituzionalità del provvedimento in esame.
Walter TOCCI (DS-U), rispetto all'intervento svolto dal rappresentante del Governo, ricorda che la tutela dei beni culturali è affidata alle sovraintendenze.
Il sottosegretario Nicola BONO, nel ricordare che il provvedimento in esame è di iniziativa parlamentare, precisa che esso non è blindato. In ogni caso, sottolinea che il Parlamento è sovrano nel deliberare.
Precisa inoltre di essersi limitato a rilevare che la società ARCUS rappresenta uno strumento idoneo per la utilizzazione di quel 3 per cento (previsto dal comma 4 dell'articolo 60 dell'ultima legge finanziaria) degli stanziamenti per le infrastrutture destinati alla tutela e per gli interventi a favore dei beni culturali.
In ordine al presunto conflitto istituzionale che verrebbe determinato dalla approvazione della proposta di legge in esame, ricorda che si stanno modificando le disposizioni del Titolo V della Costituzione e che questa nuova normativa prevederà una chiara specificazione delle materie di competenza dello Stato e di quelle di competenza delle regioni. A tale riguardo, ribadisce che quella della tutela dei beni culturali è materia di competenza statale. Rispondendo al deputato Tocci, precisa che il Governo non ha intenzione di esautorare le Sovrintendenze e che quindi la norma deve essere letta in maniera differente. Sottolinea quindi che, in mancanza di un apposito strumento operativo, non vi sarebbe la possibilità materiale di utilizzare quel 3 per cento degli stanziamenti e si vanificherebbe una legge dello Stato.
Andrea Giorgio Felice Maria ORSINI (FI), relatore, nell'associarsi alle considerazioni svolte dal rappresentante del Governo, precisa di non aver mai affermato che le due società in questione presenterebbero le medesime caratteristiche. A tale riguardo, invita i deputati dell'opposizione a rileggersi il testo dell'articolo 3 della proposta di legge in esame.
Nell'associarsi alle precisazioni del Governo anche in merito alla questione della legislazione concorrente in materia, esprime la convinzione che il coinvolgimento della Conferenza Stato-regioni sia sufficiente a sanare le eventuali problematiche che si dovessero presentare.
Ferdinando ADORNATO, presidente, nel precisare che non vi è alcuna blindatura del provvedimento in titolo, osserva che da parte del Governo vi è l'urgenza di approvarlo per consentire l'utilizzazione di quel 3 per cento degli stanziamenti previsti a favore dei beni culturali.
Sottolinea quindi che l'accoglimento di eventuali proposte di modifica sarebbe evidentemente agevolato dal raggiungimento di un accordo politico che consenta l'esame del provvedimento in sede legislativa.
Propone di fissare il termine per la presentazione di emendamenti alle ore 16 di lunedì 23 giugno 2003.
v La Commissione concorda.
Ferdinando ADORNATO, presidente, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
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