VII Commissione cultura del Senato - riunione del 28 aprile 2004 (parere su ripartizione Fondo unico per gli investimenti) 2004-04-28
Relazione illustrativa della ripartizione, per l'esercizio finanziario 2004, del Fondo unico per gli investimenti - capitolo 7370 - "Fondo unico da ripartire - investimenti patrimonio culturale" dello stato di previsione della spesa del Ministero per i beni e le attività culturali (n. 360) (Parere al Ministro per i beni e le attività culturali, ai sensi dell'articolo 46, comma 5, della legge 28 dicembre 2001, n. 448. Esame e rinvio)
Riferisce alla Commissione il senatore FAVARO (FI), il quale ricorda che il riparto del Fondo unico per gli investimenti sul patrimonio culturale fa seguito alle disposizioni recate dalla legge finanziaria per il 2002, che ha previsto l'istituzione nello stato di previsione di ciascun Ministero di un Fondo per gli investimenti nel quale confluiscono gli stanziamenti individuati in allegato alla legge finanziaria. La legge finanziaria per il 2004 ha stanziato per il Fondo in questione un ammontare pari a circa 324 milioni di euro, inferiore di circa il 7,3 per cento rispetto a quello accordato per il precedente esercizio finanziario. Entrando nel merito della proposta di riparto, segnala che, conseguentemente alla riduzione dell'ammontare complessivo, gli stanziamenti sono stati sensibilmente ridotti per la maggior parte dei settori di intervento. In particolare, risultano ridotte le risorse per i beni archeologici, per gli archivi, nonché per i beni architettonici e il paesaggio. Sono invece incrementati gli stanziamenti a favore del segretariato generale e del Patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico, così come del resto quelli a favore dello spettacolo dal vivo e cinema, pari ad oltre 77 milioni di euro (rispetto ai circa 2,5 milioni dello scorso anno), diretti a finanziare l'articolo 2, commi 1 e 2, del decreto legge n.72 del 2004, attualmente all'esame della Commissione. Vengono così destinate allo spettacolo e al cinema le risorse derivanti dalla quota dei proventi del gioco del lotto attribuita al Ministero per i beni e le attività culturali dall'articolo 3, comma 83, della legge 23 dicembre 1996, n. 662 (legge finanziaria per il 1997), che nei due trienni precedenti erano state invece interamente assegnate ai Beni culturali. Al riguardo il relatore rileva che si tratta della prima applicazione dell'articolo 3, comma 2, della legge n. 310 del 2003, che inserisce fra le possibili destinazioni dei finanziamenti del lotto anche le attività culturali, fra le quali evidentemente rientrano anzitutto lo spettacolo dal vivo ed il cinema. Egli ritiene altresì condivisibile la scelta del Governo di utilizzare quest'anno la totalità delle risorse del lotto per lo spettacolo ed in particolare per il cinema, peraltro a parziale copertura del maggiore onere complessivo recato dal decreto-legge n. 72 (pari a 90 milioni di euro), attesa la difficile situazione di crisi in cui versa il settore e l'oggettiva difficoltà di reperire adeguati stanziamenti da altre poste di bilancio. Anche se viene indubbiamente meno un consistente sostegno finanziario al settore dei beni culturali, sottolinea infatti che le ingenti risorse del gioco del lotto assegnate nei due precedenti trienni alle sovrintendenze, pari a circa 750 milioni di euro, risultano in gran parte ancora giacenti presso le casse delle medesime, che non sono riuscite a impegnarle, indubbiamente per ragioni e difficoltà, anche di natura procedurale, indipendenti dalle loro intenzioni. Quanto agli Archivi, il relatore ricorda che anche l'anno scorso si verificò una riduzione analoga, che poi il Governo recuperò in sede di assestamento. Si augura quindi che anche quest'anno l'Esecutivo voglia assumere l'impegno di rimediare alle decurtazioni subite dal settore in quella sede. In considerazione dell'opportunità di non differire ulteriormente il riparto delle risorse, raccomanda conclusivamente l'espressione di un parere favorevole, preannunciando sin d'ora l'intenzione di inserire nello schema di parere un'osservazione diretta a sollecitare il Governo a destinare in sede di assestamento del bilancio maggiori risorse al settore degli archivi.
Il seguito dell'esame è quindi rinviato.
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