Delega al Governo per il riordino della legislazione in materia ambientale. C. 1798-D 2004-10-27
CAMERA DEI DEPUTATI - XIV LEGISLATURA Resoconto della VIII Commissione permanente (Ambiente, territorio e lavori pubblici)
Governo, approvato dalla Camera, modificato dal Senato, nuovamente modificato dalla Camera e nuovamente modificato dal Senato. (Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 21 ottobre 2004.
Donato PIGLIONICA (DS-U) rileva che, ad una attenta lettura del testo, restano confermate le perplessità espresse sul merito del provvedimento in occasione della precedente fase di esame presso la Camera dei Deputati. In particolare, considerando il disegno di legge eccessivamente ampio ed indeterminato, intende riconoscere che lo strumento prescelto ha mancato l'obiettivo di consentire una riscrittura della disciplina in materia ambientale in tempi brevi. Tale osservazione è valida in particolare per tutte quelle norme che, secondo il dettato del provvedimento, dovrebbero essere di «immediata» applicazione. Ritiene inoltre che, tra le anomalie presenti nell'articolato, si debbano segnalare quelle inerenti alla tendenza, più volte palesata dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, a favore di forme di devoluzione di proprie funzioni a favore di soggetti esterni all'amministrazione dello Stato. Rispetto alla proposta di istituzione di una commissione di ventiquattro esperti, ritiene che il Governo dovrebbe fornire chiarimenti sulle ingenti somme che sarebbero destinate al finanziamento di tale commissione per l'anno 2004, come anche sulle concrete funzioni di tale commissione, soprattutto dopo le recenti dichiarazioni del Capo di Gabinetto del Ministro circa i contenuti dei decreti applicativi che dovranno essere emanati. Sottolineando l'ulteriore anomalia delle dichiarazioni relative alla materia della gestione dei rifiuti da parte di un alto dirigente del Ministero, che ha svolto in passato funzioni di responsabilità per una società multinazionale
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attiva nello stesso settore, considera altresì provocatoria la disposizione relativa alla demolizione dei fabbricati realizzati nella località Punta Perotti nel comune di Bari. Fa presente, infatti, che a fronte dell'inerzia durata per anni da parte delle passate giunte comunali di centrodestra, pur in presenza di una sentenza passata in giudicato che disponeva l'abbattimento, l'attuale giunta di centrosinistra aveva posto tra le sue priorità la demolizione del fabbricato di Punta Perotti e su tale priorità ha conquistato il consenso dell'elettorato. Appare pertanto incongruo l'aver disposto con legge una diffida nei confronti del comune a provvedere entro 60 giorni, prevedendo in caso di inerzia da parte di quest'ultimo il potere sostitutivo della Regione Puglia. Ritenendo comunque positivo il fatto che il Governo abbia adesso deciso di affrontare la questione di Punta Perotti a fronte di adeguate risorse finanziarie, considera paradossale l'inasprimento delle pene per i reati connessi alla realizzazione di costruzioni abusive e parallelamente l'introduzione di un condono, previsto ai commi 37 e seguenti. Ritiene infatti che un disegno di legge che dispone la delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l'integrazione della legislazione in materia ambientale non dovrebbe contenere norme che prevedono una sanatoria dei reati paesistici e ambientali. Osserva altresì che si tratta del terzo provvedimento di questa natura che reca la firma dell'attuale Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, malgrado quest'ultimo non abbia fatto mancare in nessuna di queste occasioni le proprie dichiarazioni di dissenso nei confronti delle misure di sanatoria. Ricorda, altresì, che le nuove norme disposizioni introducono norme in deroga al cosiddetto «Codice dei beni culturali e del paesaggio», sottolineando l'atteggiamento incoerente del Senato rispetto a misure dapprima aspramente criticate e, poi, supinamente avallate. Il provvedimento, infatti, introduce per la prima volta nell'ordinamento un condono edilizio a favore di opere realizzate in aree tutelate, che si ritrovano in questo modo ad essere meno protette delle aree normali, come confermato dalla disposizione che non pone limiti alle variazioni volumetriche delle opere. In generale, ritiene che il provvedimento allenti ulteriormente il rapporto basato sul principio di legalità che deve legare lo Stato ai propri cittadini e che manifesti un'evidente intento di rendere lecite specifiche situazioni che lecite, in realtà, non sono. Ritiene quindi che il disegno di legge contenga ulteriori disposizioni sulle quali il giudizio non può che essere negativo, come ad esempio la previsione di una ulteriore commissione, della quale restano oscuri sia i compiti sia le necessarie risorse di finanziamento. In conclusione, sottolineando come la delega legislativa potrà essere esercitata anche da futuri governi, ritiene che, a fronte dei ripetuti fallimenti dell'attuale maggioranza di governo sul versante della tutela ambientale, sarebbe a suo giudizio più opportuno che l'Esecutivo rinunciasse all'intero progetto.
Pietro ARMANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.15.
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