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Resoconto stenografico Camera, n. 565 - S. 3227 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 novembre 2004, n. 277, recante interventi straordinari per il riordino e il risanamento economico dell'Ente Ordine Mauriziano di To
2004-12-22


Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 565 di mercoledì 22 dicembre 2004

Discussione del disegno di legge: S. 3227 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 novembre 2004, n. 277, recante interventi straordinari per il riordino e il risanamento economico dell'Ente Ordine Mauriziano di Torino (Approvato dal Senato) (5499) (Esame e votazione di una questione pregiudiziale) (ore 13,30).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 novembre 2004, n. 277, recante interventi straordinari per il riordino e il risanamento economico dell'Ente Ordine Mauriziano di Torino.


(Esame di una questione pregiudiziale - A.C. 5499)
PRESIDENTE. Avverto che è stata presentata la questione pregiudiziale Fassino ed altri n. 1 (vedi l'allegato A - A.C. 5499 sezione 1).
A norma dei commi 3 e 4 dell'articolo 40 e del comma 3 dell'articolo 96-bis del regolamento, sulla questione pregiudiziale potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti, un deputato per ciascuno degli altri gruppi.
L'onorevole Nigra ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale n. 1, di cui è cofirmatario.

ALBERTO NIGRA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come è ben noto, l'Ordine Mauriziano è direttamente contemplato dalla XIV disposizione transitoria e finale della Costituzione per la quale «l'Ordine Mauriziano è conservato come ente ospedaliero e funziona nei modi stabiliti dalla legge». La suddetta norma costituzionale ha demandato, quindi, ad una legge statale specifica in materia la definizione dei compiti e dell'attività dell'ente. Tale legge, la legge 1o novembre 1972, n. 1596, ha attuato il dettato costituzionale individuando organi - presidente, consiglio di amministrazione, collegio dei revisori dei conti - e modalità di funzionamento degli stessi, nonché i fini istituzionali da perseguire.
I fini principali attribuiti all'ente sono - come è noto - la beneficenza, l'istruzione, il culto, la gestione del patrimonio artistico ed immobiliare e, soprattutto, l'assistenza sanitaria esercitata attraverso propri ospedali collocati nella realtà piemontese. Quest'ultima attività è sempre stata erogata nell'alveo pubblico, tenendo presente l'esigenza ed i bisogni della popolazione e della realtà sociale nella quale sono presenti gli ospedali mauriziani e - pensiamo di poter dire - sempre con grande soddisfazione degli utilizzatori delle strutture.
A decorrere dall'istituzione del servizio nazionale e, comunque, in adeguamento alle successive e diverse leggi di riforma del sistema sanitario che hanno sempre salvaguardato l'unitarietà e la natura pubblica dell'ente, l'attività sanitaria è stata esercitata in convenzione con la regione Piemonte che, come dirò, ha gravi responsabilità in tale vicenda. Con la regione si sono sempre avuti proficui rapporti di collaborazione anche nell'ottica del miglioramento tecnologico-scientifico delle strutture sanitarie. Sempre con la regione si sono ampliate le attività, aumentando le stesse nel corso degli anni, in modo particolare attraverso la creazione del centro oncologico di Candiolo.
In sostanza, quindi, l'Ordine Mauriziano ha sempre tenuto presente nella propria attività quanto stabilito dall'articolo 32 della Costituzione, ancora recentemente richiamato dal Capo dello Stato nel corso di una cerimonia ufficiale proprio nella giornata della ricerca sul cancro, laddove recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività».
Inopinatamente, a decorrere dall'anno 1999, la regione Piemonte, in violazione di quanto contenuto nel piano sanitario regionale 1997-1999 e, soprattutto, in violazione dello spirito e della ratio della norma costituzionale, non ha rinnovato la convenzione con l'ente e ha iniziato a



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rimborsare l'attività degli ospedali mauriziani con le tariffe proprie delle case di cura private e ha escluso l'ordine dai ripiani previsti dalle leggi nazionali per gli ospedali pubblici. Tutto ciò pur continuando l'Ente ad erogare prestazioni secondo le regole, i parametri, i servizi e gli standard molto più onerosi richiesti per le strutture pubbliche. Proprio tale situazione ha comportato, nell'arco di quattro anni, il verificarsi di una situazione finanziaria di grave sbilancio che è perdurata nel tempo, nonostante i numerosi solleciti trasmessi alla regione Piemonte ed al Ministero dell'interno in qualità di organo vigilante, fino a giungere alla presentazione di alcuni ricorsi presso il TAR Piemonte per vedere riconosciuta l'illegittimità del comportamento regionale e le buone ragioni dell'Ente.
In conclusione, l'Ordine Mauriziano - come è già stato ricordato anche nel corso di una discussione svoltasi la settimana scorsa - è uno dei maggiori proprietari terrieri di tutta Europa. Quindi, non si tratta soltanto di un soggetto importante a livello regionale e nazionale, ma addirittura a livello europeo. In conseguenza delle cause che prima ho detto, cioè del fatto che la regione Piemonte ad un certo punto non ha più finanziato adeguatamente, come prevedeva la legge stessa, le attività dell'ente, si è determinato un deficit per tale ordine. Sulla base di tale deficit viene emanato questo decreto-legge. Riteniamo, pertanto, che il decreto-legge in esame non abbia le ragioni di urgenza previste dall'articolo 77 della Costituzione. Infatti, è vero che oggi vi è una situazione di emergenza, ma è altrettanto vero che tale situazione è stata determinata in un lungo periodo di tempo nel corso del quale si sarebbero potute reperire soluzioni diverse da quelle pensate in questo caso.
Nella sostanza, invece, si produce una separazione fra le attività ospedaliere e la proprietà immobiliare dell'Ente; sulla base di ciò si ripianerà il deficit, ma al tempo stesso la regione Piemonte incasserà, senza aver sostanzialmente mosso un dito, o avendolo mosso in una direzione sbagliata, gran parte delle risorse dell'Ente, ripianando una parte del proprio deficit finanziario sulla sanità, senza aver avuto una strategia precisa, diretta alla conservazione di questo importante patrimonio.
È evidente che ci premono le ragioni, che in parte stanno alla base di questo decreto, come la salvaguardia dei posti di lavoro. Tuttavia, sottolineiamo che proprio la situazione determinata, in questi anni e negli ultimi mesi, da parte della regione Piemonte e dell'attuale Governo, ha prodotto una vera e propria catastrofe sul piano professionale. Molti reparti hanno dovuto ridurre la propria attività. Molti hanno perso importanti professionalità. Molti altri hanno ovviamente dovuto ridurre le proprie attività, causando anche una ricaduta negativa sul sistema delle imprese locali, che a questo ospedale importante, per la regione Piemonte e per tutto il territorio nazionale, facevano riferimento.
Pertanto, a nostro giudizio non sussistono le ragioni di urgenza, che hanno portato all'adozione di questo decreto-legge. Per questo motivo pensiamo che vi siano seri dubbi di costituzionalità, sulla base dei quali abbiamo presentato questa nostra questione pregiudiziale, che chiediamo a tutta l'Assemblea di approvare (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Saluto con grande affetto, a nome di tutta l'Assemblea, i dirigenti delle comunità montane della Garfagnana e dell'Appennino pistoiese, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Morgando. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO MORGANDO. Signor Presidente in questo mio breve intervento vorrei dire fondamentalmente tre cose. La prima è che in qualche misura finalmente si parla in quest'aula di un provvedimento per risolvere i problemi dell'Ordine Mauriziano. Lo abbiamo sollecitato molte volte, anche con apposite interrogazioni e interpellanze, alle quali però sono sempre state date risposte poco più che formali. Il fatto,



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dunque, che si affronti il problema costituisce un elemento positivo.
Naturalmente, noi voteremo a favore della questione pregiudiziale di costituzionalità, perché riteniamo che il modo con il quale si affronta questo problema sia sbagliato (pur con qualche aspetto di vantaggio, come veniva messo in evidenza dal collega Nigra). Questo perché, fondamentalmente, il decreto crea le condizioni per fare confusione - come è stato ricordato - sulla natura dell'ente, scorporandone la tradizionale e costituzionale unitarietà, ed anche perché si mette l'ente nelle mani della regione, creando così le condizioni per la sua cancellazione. Non condividiamo la soluzione giuridica che viene data a questo tema, perché siamo convinti che l'Ordine Mauriziano sia una delle più alte espressioni di una antica tradizione di solidarietà, che la società torinese e piemontese hanno messo in campo, e che sia inoltre una delle espressioni, attraverso le quali le ricchezze di un grande patrimonio sono state messe a disposizione degli interessi della comunità.
Pertanto, operare una cancellazione di fatto dell'ente è un errore che non condividiamo. Se vi sarà una discussione nel merito del provvedimento - qualora la deliberazione odierna non dovesse essere favorevole alla nostra pregiudiziale -, argomenteremo allora in dettaglio le ragioni per le quali siamo in dissenso e in disaccordo su questo tema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provera. Ne ha facoltà.

MARILDE PROVERA. Pur essendo d'accordo sulla questione pregiudiziale di costituzionalità presentata, vorrei però svolgere alcune osservazioni. Siamo d'accordo sulla delicatezza del tema costituzionale, anche se tuttavia riterremmo che esso sia superabile, così come lo fu (superabile) in occasione del passaggio dell'Ordine Mauriziano alla regione Val d'Aosta. Lo siamo per lo sbilanciamento dell'attenzione del provvedimento sulla parte patrimoniale rispetto a quella sanitaria e con riferimento alle responsabilità della regione Piemonte, per aver contribuito a creare quel debito, e del commissario, per la gestione che ne ha fatto.
Ciò detto, però, invito i colleghi, anche dell'opposizione, a tener conto dell'urgenza del riordino dell'ospedale mauriziano (anche con riferimento all'utilità degli ospedali e, quindi, alla sanità), senza barricarsi sul mantenimento dell'attenzione sulla parte patrimoniale. Deve essere in primis garantita la tutela della parte ospedaliera; in particolare, dovremmo urgentemente riprendere i lavori per non far passare un altro anno, che sarebbe letale per l'ospedale torinese (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghiglia. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA. Signor Presidente, mi sembra singolare che proprio il gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, e il centrosinistra in generale, abbia presentato una pregiudiziale di costituzionalità in ordine ad un provvedimento che mira a salvare l'Ordine Mauriziano, gli ospedali mauriziani e, soprattutto, centinaia di posti di lavoro che sono stati messi a rischio, e non solo, come dirò tra poco, da una gestione dissennata e, secondo quanto afferma la Corte dei conti, probabilmente anche criminogena dell'Ordine stesso.
Vorrei ricordare a questo proposito le parole dette dal commissario governativo D'Ascenzo, qualche mese fa, sulla conduzione dell'Ordine Mauriziano da parte della precedente presidente Emilia Bergoglio, nominata dall'allora Presidente Oscar Luigi Scalfaro. La signora prefetto D'Ascenzo ha definito l'Ordine Mauriziano la Parmalat della sanità.
Quindi, la suddetta questione pregiudiziale di costituzionalità è strana ed anche sospetta; vorrei ricordare ai colleghi Nigra e Morgando (non vediamo l'ora di entrare nel merito di questo provvedimento) che, se tutte le colpe fossero state, come da loro affermato, della regione Piemonte (non è stato così perché la regione Piemonte



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ha pagato fino all'ultimo euro, come testimoniano gli atti ufficiali anche del prefetto, le sue spettanze nei confronti dell'Ordine Mauriziano), la Corte dei conti non avrebbe nemmeno potuto aprire il procedimento.
Vorrei ricordare ai colleghi (Morgando e Nigra soprattutto) che la Corte dei conti può aprire un procedimento solo nei casi di colpa accertata o di dolo e che, addirittura, la stessa ha chiesto alla professoressa Emilia Bergoglio, nominata dall'ex Presidente Scalfaro ed aderente al partito popolare e poi alla Margherita, DL-L'Ulivo (ci dispiace), 70 milioni di euro a titolo di sequestro conservativo dei beni.
Queste, secondo il centrosinistra, sarebbero le colpe della regione, ma, soprattutto, i motivi per la presentazione di una pregiudiziale di costituzionalità. Ne parleremo successivamente con riferimento al merito della questione. Intanto, annunzio il nostro voto contrario sulla questione pregiudiziale di costituzionalità presentata (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, sarò brevissimo, anche perché l'onorevole Ghiglia ha già riassunto il problema relativo all'Ordine Mauriziano.
Ritengo che la questione pregiudiziale di costituzionalità presentata sia un'assurdità, perché questo decreto-legge provvede a salvare l'Ente Ordine mauriziano e i posti di lavoro all'interno dello stesso, grazie all'intervento del Governo e della regione Piemonte. Semmai, dovremmo porci il problema di come abbia potuto un consiglio di amministrazione distruggere in cinque anni, con 500 miliardi di debiti, un ente che esiste da centinaia di anni. Questo è il problema che dobbiamo porci, e non quello della costituzionalità del provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale Fassino ed altri n.1.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 401
Votanti 398
Astenuti 3
Maggioranza 200
Hanno votato sì 159
Hanno votato no 239).


Avverto che la discussione sulle linee generali avrà luogo in altra seduta.




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