PALAZZO BARBERINI: Interrogazione sul trasferimento del Circolo Ufficiali delle Forze armate 2005-05-25
Atto n. 3-02131
Pubblicato il 25 maggio 2005 , Seduta n. 810
INTERROGAZIONI Interrogazione sul trasferimento del Circolo Ufficiali delle Forze armate (3-02131) (25 maggio 2005)
CICCANTI, TAROLLI, GABURRO, DE ZULUETA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali.
Premesso: che il 6.02.1997, tra i Ministri per i beni culturali, della difesa e delle finanze, oltre alla Presidenza del Consiglio dei ministri e al Comune di Roma, veniva firmato un Protocollo d’Intesa che stabiliva il trasferimento del Circolo Ufficiali delle Forze Armate da Palazzo Barberini - sede anche della Galleria Nazionale di Arte Antica - alla Palazzina Savorgnan di Brazzà e la conseguente destinazione di tutti gli ambienti di Palazzo Barberini alla stessa Galleria; che per realizzare tale importante finalità, per la quale lo Stato italiano aveva comprato lo stesso Palazzo Barberini nel 1949, esercitando il diritto di prelazione, il Comune di Roma deliberava una variante al proprio Piano Regolatore Generale, consentendo l’ampliamento dei locali delle Scuderie, confinanti con la Palazzina Savorgnan, al fine di soddisfare le richieste del Circolo Ufficiali delle Forze Armate;
che, per attuare tale importante progetto culturale, sono stati predisposti a suo tempo - a valere sui fondi per il gioco del lotto - ben 24 miliardi di lire, quasi tutti spesi per la realizzazione dei lavori di ristrutturazione di Palazzo Barberini;
che, nonostante il coerente perseguimento delle finalità culturali definite nel ricordato Protocollo d’Intesa, a suo tempo il Ministero della difesa ha chiesto la revisione di detto Accordo, affinché venissero conservate le sale di rappresentanza al piano nobile ed il giardino pensile alla disponibilità dello stesso Ministero, sottraendole alla naturale destinazione culturale, derivante dall’ampliamento della Galleria Nazionale di Arte Antica;
che tale ipotesi di revisione è stata confermata dal responsabile del polo museale romano Claudio Strinati, che in una intervista sulla cronaca di Roma del “Messaggero” del 1°.05.2005 ha dichiarato: “...stiamo esaminando una serie di nuove richieste formulate dal Circolo Ufficiali (...) che rivendica, per propri appuntamenti di rappresentanza, tempi e condizioni migliori dei 50 giorni l’anno che il precedente protocollo gli metteva a disposizione”;
che tale eventuale ripensamento da parte del Ministero per i beni e le attività culturali non solo farebbe venir meno il progetto di realizzazione di una “grande Galleria Nazionale” al centro di Roma, in uno dei palazzi storici più importanti della città, nel quale far confluire le opere più prestigiose ora divise in varie collocazioni (rimanendo il fondo dei dipinti Corsini in una grande raccolta nazionale, aperta al pubblico, secondo criteri funzionali di assetto museologico), ma pregiudicherebbe anche i lavori di impiantistica finora realizzati secondo il progetto dianzi richiamato, che prevede sofisticati e costosi sistemi di sicurezza tipici di un grande museo, con grave danno erariale;
che tale paventata scelta politica - stante agli evidenti segni di volontà espressi dal ministro pro tempore Urbani - avviene in un contesto storico che registra la cessione dei propri spazi da parte del Ministero delle finanze francese per far luogo all’ampliamento del Louvre; l’abbandono degli uffici da parte dell’Archivio di Stato di Firenze per destinarli agli Uffizi; la destinazione di uffici dei grandi palazzi storici romani da parte del Comune a musei (si vedano i grandi palazzi di Via dei Cerchi); che il Circolo Ufficiali delle Forze Armate, anche in base al Protocollo d’Intesa più volte richiamato, oltre all’utilizzazione della Palazzina Savorgnan di Brazzà e delle connesse antiche scuderie, con relative pertinenze, non solo potrebbe continuare ad utilizzare saltuariamente i locali del piano terra - da sud - di Palazzo Barberini, o altri ambienti di uguale dignità e prestigio (sala dei Marmi) per il soddisfacimento di esigenze di rappresentanza del Ministero della difesa, senza oneri e formalità, ma potrebbe usufruire anche dei locali della Casina dell’Algardi, in Villa Pamphili, già in disponibilità della Presidenza del Consiglio dei ministri;
che, pertanto, ben si possono conciliare le esigenze di rappresentanza del Circolo Ufficiali delle Forze Armate con quelle di garantire prestigio e funzionalità, a fini culturali, di uno dei più importanti palazzi storici romani, con importanti ritorni turistici ed economici per Roma e per il bilancio dello Stato, si chiede di conoscere:
se si intenda ancora rispettare il Protocollo d’Intesa del 6.02.1997 citato in premessa, dando seguito agli impegni presi circa il trasferimento alla Palazzina Savorgnan di Brazzà del Circolo Ufficiali delle Forze Armate;
se si intenda completare i lavori appaltati e finanziati per la ristrutturazione e sistemazione dei locali di Palazzo Barberini, secondo il progetto che prevede la destinazione di tutti gli ambienti, compresi quelli ancora in uso da parte del Circolo Ufficiali delle Forze Armate, all’allestimento di opere riguardanti la Galleria Nazionale di Arte Antica (attualmente dislocata fra Palazzo Barberini e Palazzo Corsini);
se risulti quali tempi siano previsti per il trasloco del Circolo Ufficiali delle Forze Armate alla Palazzina Savorgnan di Brazzà (già programmato per il 2002) e per quale data sia stabilito il termine dei lavori di predisposizione delle sale per la Galleria d’Arte Antica di Palazzo Barberini (stante il presumibile termine del prossimo autunno);
se sia vero che i lavori stanno ritardando a causa di una prevista modifica del progetto originario, che prevede il ripristino della sala mensa e la cucina in saloni essenziali per ricostruire la storia ed i tesori del Palazzo;
se non si ritenga prevalente e prioritaria la fruibilità di Palazzo Barberini per promuovere cultura e turismo, con evidenti ricadute positive sulla città di Roma di natura economica e di efficace impiego gestionale del patrimonio immobiliare dello Stato, rispetto alla infruttuosità ed alla virtualità di un uso meramente estetico e di rappresentanza.
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