DDL 3684 , Misure urgenti in materia di università, beni culturali,Senato, Res. sten. n. 941 19/01/2006 2006-01-19
Resoconto stenografico della seduta n. 941 del 19/01/2006
Seguito della discussione del disegno di legge:
(3684) Conversione in legge del decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, recante misure urgenti in materia di università, beni culturali ed in favore di soggetti affetti da gravi patologie, nonché in tema di rinegoziazione di mutui (Relazione orale)
PRESIDENTE. Riprende l'esame dell'articolo 1 del disegno di legge, avvertendo che gli emendamenti si intendono riferiti al testo del decreto-legge da convertire. R
icorda che nella seduta pomeridiana di ieri ha avuto inizio la votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 5 del decreto-legge e che gli emendamenti 1.0.80 (testo 2), 1.0.11, 1.0.2 (testo 2) e 1.0.18 sono stati accantonati. Su richiesta del senatore MODICA (DS-U), dispone la verifica del numero legale sulla votazione dell'emendamento 5.0.6. Avverte che il Senato non è in numero legale e sospende la seduta per venti minuti La seduta, sospesa alle ore 9,53, è ripresa alle ore 10,13.
PRESIDENTE. Sempre su richiesta del senatore VALLONE (Mar-DL-U), dispone nuovamente la verifica del numero legale. Avverte che il Senato non è in numero legale e sospende la seduta per venti minuti. La seduta, sospesa alle ore 10,14, è ripresa alle ore 10,35. Con votazioni precedute da distinte verifiche del numero legale, chieste dal senatore VALLONE (Mar-DL-U), il Senato approva gli emendamenti 5.0.6 e 5.0.100.
PRESIDENTE. Ricorda che gli emendamenti 5.0.7, 5.0.80, 5.0.11, 5.0.103, 5.0.101, 5.0.500, 5.0.120, 5.0.150, 5.0.102, 5.0.130, 5.0.104, 5.0.105 e 5.0.9 (testo 2) sono stati ritirati. Comunica quindi che la Commissione bilancio ha trasmesso il parere sugli emendamenti accantonati (v. Resoconto stenografico), esprimendo contrarietà, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sugli emendamenti 1.0.2 (testo 2) 5.0.300, (testo 3) e 5.0.14.
ASCIUTTI, relatore. A seguito del parere della Commissione bilancio, ritira gli emendamenti 5.0.300 (testo 3) e 5.0.14.
ROLLANDIN (Aut). Chiede che la Commissione bilancio riconsideri il profilo finanziario dell'emendamento 5.0.106, se riformulato limitatamente al primo comma.
AZZOLLINI (FI). La contrarietà attiene all'intero emendamento e quindi non è possibile modificare il parere espresso dalla Commissione.
ROLLANDIN (Aut). Ritira l'emendamento 5.0.106.
Previa verifica del numero legale, chiesta dal senatore VALLONE (Mar-DL-U), è approvato l'emendamento 5.0.600 (testo 2). Il Senato approva quindi l'emendamento 5.0.601 (testo 3).
PRESIDENTE. Passa quindi all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 1 del decreto-legge, precedentemente accantonati.
MANIERI (Misto-Rnp).
Con l'emendamento 1.0.80 (testo 2) la maggioranza tenta di mascherare all'interno di un decreto confuso ed eterogeneo una manovra clientelare ed elettorale finalizzata a consentire un ulteriore finanziamento pubblico della scuola privata paritaria.
È un argomento che meriterebbe una più approfondita riflessione, visto che il finanziamento diretto delle scuole private contraddice l'articolo 33 della Costituzione e aggira la disposizione della legge n. 62 del 2000, con la quale si sono stabiliti diritti ed obblighi delle scuole non statali, escludendo forme di finanziamento diretto o indiretto. Invece, la maggioranza di centrodestra ha utilizzato lo strumento delle convenzioni previstedalla legge del 1935 relativamente alle scuole elementari parificate per scardinare il principio costituzionalee quindi estendere il finanziamento alle scuole non statali, con un onere per lo Stato di circa 180 milioni di euro annui. L'emendamento suscita indignazione perché estende ulteriormente, senza prevedere un'adeguata copertura finanziaria dei costi aggiuntivi, la platea dei beneficiari ed è incongruente rispetto alle prioritarie esigenze del Paese di investire sulla qualità della scuola pubblica. Un ulteriore elemento di incostituzionalità risiede nella previsione della regolamentazione delle scuole private non paritarie, funzionale ad un controllo preventivo esercitato dal Ministero dell'istruzione, ma esplicitamente escluso da una sentenza della Corte costituzionale; si tenta così di regolamentare il fenomeno delle scuole islamiche, una questione che l'opposizione non intende sottovalutare neanche sotto il profilo della lotta al terrorismo, ma che richiede un approfondito dibattito e soprattutto il perseguimento dell'integrazione in una scuola pubblica, libera e laica e non la ricerca del conflitto culturale. (Applausi dai Gruppi Misto-Rnp, DS-U e Mar-DL-U).
ACCIARINI (DS-U). Sottolinea la gravità di un intervento legislativo che, in un provvedimento eterogeneo come quello in discussione, non solo vìola il dettato dell'articolo 33 della Costituzione, ma attribuisce al Governo un potere regolamentare in tema di riconoscimento delle scuole paritarie che confligge con le competenze regionali stabilite dall'articolo 117 della stessa Carta costituzionale, che infatti ricomprende l'istruzione fra le materie a legislazione concorrente. Inoltre, è incostituzionale prevedere un surrettizio controllo dello Stato sugli ordinamenti delle scuole non paritarie, chein tal modo verrebbero a costituire un'anomala terza categoria, diversa sia dalle scuole paritarie che da quelle private. Tale mostruosità giuridica rappresenta il tentativo maldestro di risolvere un problema estremamente serio quale quello dell'istruzione in una società multietnica, la cui corretta soluzione risiede nella capacità di accogliere nella scuola pubblica degli studenti di cittadinanza non italiana. (Applausi dai Gruppi DS-U, Mar-DL-U e Misto-Rnp).
CORTIANA (Verdi-Un). Rivendica il valore delle motivazioni a fondamento dell'approvazione della legge n. 62 del 2000 sulla parità scolastica, anche se nell'attuale legislatura è stata surrettiziamente utilizzata per destrutturare il sistema pubblico dell'istruzione. L'emendamento in votazione umilia l'importante lavoro svolto dalla 7a Commissione permanente e conferma che la maggioranza è disposta a svendere l'istruzione pur di perseguire il proprio interesse attraverso uno scambio elettoralistico. E' una disposizione molto grave, perché si pone in aperto contrasto con la Costituzione, rischia di minare il fondativo patto sociale e dissolvere l'istruzione pubblica, precludendo ai giovani il diritto ad un'offerta formativa di qualità. Tutto ciò rafforza ulteriormente la convinzione della necessità di abrogare la legge Moratti.
VALDITARA (AN). Rilevato in premessa come l'Unione non abbia inserito nel programma elettorale l'abrogazione della tanto vituperata riforma Moratti, ricorda che dai lavori della Costituente emerge con chiarezza che l'articolo 33 della Costituzione va intesa nel senso che lo Stato non ha l'obbligo di finanziare scuole e istituti di educazione privati, ma può decidere di farlo. L'emendamento in esame ha lo scopo di superare la confusione prodotta dalla molteplicità di scuole non statali, contrastando il fenomeno dei cosiddetti diplomifici e definendo un sistema di finanziamento in convenzione sulla base del rispetto dei requisiti richiesti alle scuole private e nei limiti delle risorse attualmente disponibili. Inoltre, l'emendamento consentirebbe allo Stato di intervenire per valutare preventivamente la coerenza del servizio offerto dalle scuole private non parificate con i programmi educativi nazionali e con i principi costituzionali. (Applausi dai Gruppi AN e FI).
PETRINI (Mar-DL-U). La presentazione dell'emendamento 1.0.80 (testo 2) conduce alla violazione di numerose norme regolamentari e costituzionali. Si tratta infatti di una piccola legge inserita in forma di emendamento in un decreto-legge, nonostante risulti disomogenea rispetto ai contenuti dello stesso, non rechi norme aventi i caratteri dell'emergenza e della necessità richiesti ad un provvedimento d'urgenza, non sia stata sottoposta all'esame di merito da parte della Commissione istruzione, né ad alcun vaglio di costituzionalità, pur intervenendo in una materia di forte valenza costituzionale. La sistematica violazione delle regole che presiedono al processo di formazione delle leggi rappresenta una forma di eversione che espropria il Parlamento delle sue funzioni. (Applausi dal Gruppo Mar-DL-U).
PRESIDENTE. Assicurando il senatore Petrini che il Regolamento nei suoi aspetti formali è stato rispettato, conviene tuttavia che le osservazioni da lui svolte, che vanno oltre il caso di specie, debbono indurre ad una seria riflessione nella prossima legislatura.
COMPAGNA (UDC). L'emendamento in questione rappresenta la parte più interessante e meno particolaristica del provvedimento e vede pienamente favorevoli i senatori dell'UDC. Si tratta infatti di proposte non incostituzionali, in quanto non alterano le regole di copertura finanziaria, né il riparto di competenze legislative fra lo Stato e le Regioni. Nel merito, rileva come sarebbe irresponsabile estendere il principio della libertà di confessionalismo a scuola fino al punto da rendere possibile l'apertura di scuole nelle quali si violano e si insegna a negare i principi fondamentali della Costituzione e i valori fondanti dello Stato. (Applausi dai Gruppi UDC, FI e LP. Congratulazioni).
BRIGNONE (LP). La Lega voterà a favore dell'emendamento, il quale certamente affronta un argomento che avrebbe richiesto un dibattito più ampio di quello consentito da un decreto omnibus che per definizione e per prassi esclude l'omogeneità. Ricorda che, nell'ambito della competenza concorrente prevista all'articolo 117 della Costituzione sulla materia, lo Stato ha il dovere di garantire l'offerta di servizi scolastici omogenei sul territorio e di elevata qualità. In tale ambito l'emendamento è volto a tutelare l'utenza al fine di evitare che le scuole private offrano servizi inadeguati, secondo istanze sostenute in più occasioni anche dalla stessa opposizione. (Applausi dal Gruppo LP).
FAVARO (FI). Annuncia il voto favorevole di Forza Italia ad un emendamento che mette ordine in materia di scuole private e tutela l'utenza consentendo allo Stato di garantire la qualità del servizio scolastico reso dai privati. (Applausi dal Gruppo FI).
PRESIDENTE. Riguardo ai rilievi emersi nel corso del breve dibattito sull'emendamento 1.0.80 (testo 2), ricorda che nonostante l'intervento della Corte costituzionale e la legislazione vigente impongano l'omogeneità di contenuto dei provvedimenti, nel caso di decreti-legge che sin dal momento dell'emanazione raccolgono materie tra loro disomogenee, la Presidenza non può che avvalersi della prassi invalsa tendente a dare prevalenza,nel giudizio di ammissibilità degli emendamenti, alla connessione per materia con riferimento al Ministro firmatario del provvedimento. Ricordato che le Commissioni 1a e 7a hanno esaminato il testo, ribadisce la necessità che nella prossima legislatura venga modificato il rapporto tra Governo e Parlamento e siano fissati parametri certi per l'ammissibilità degli emendamenti.
Su richiesta del senatore MODICA (DS-U), dispone la verifica del numero legale sulla votazione dell'emendamento 1.0.80 (testo 2). Avverte che il Senato non è in numero legale e sospende la seduta per venti minuti.
La seduta, sospesa alle ore 11,30, è ripresa alle ore 11,51.
Presidenza del vice presidente FISICHELLA
PRESIDENTE. Su richiesta del senatore MODICA (DS-U), dispone ancora una volta la verifica del numero legale. Avverte che il Senato non è in numero legale e sospende la seduta per venti minuti.
La seduta, sospesa alle ore 11,52, è ripresa alle ore 12,11.
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