Interpellanza su Museo Abegg della seta (2-00297) 2006-12-21
Interpellanza: Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro per i beni e le attivita` culturali, per sapere – premesso che: il Museo Abegg della seta, inaugurato nel 1953 per iniziativa di Carlo Job, responsabile del gruppo svizzero Abegg, donato al comune di Garlate nel 1976, e` una delle piu` complete raccolte in Europa in quanto a strumentazioni relative alla lavorazione della seta oltre a rappresentare un prezioso manufatto di archeologia industriale; – il museo si trova nell’ala occidentale della ex filanda Abegg adibita fin dal 1841 a reparto cernita bozzoli e fondaco per la seta. La struttura attuale corrisponde sostanzialmente alla stesura degli antichi opifici del ciclo completo della trattura della seta; – il museo conservava al momento della donazione piu` di cinquecento pezzi cui si sono aggiunti numerosi attrezzi e macchinari, molti ancora in deposito, provenienti da antichi stabilimenti della zona, fino ad arrivare a 3000 pezzi, e nel suo complesso illustra l’intero sviluppo del ciclo della seta dall’allevamento del baco da seta fino al prodotto finale, passando per la filatura, raffigurando uno spaccato e una documentazione dell’ampia industria serica del territorio a partire dal ’700; – il Museo Abegg e` attualmente di proprieta` del Comune di Garlate che ne ha la gestione ma che non ha mai provveduto, come previsto dal Regolamento, all’istituzione di un Consiglio di Amministrazione ne´ di una Commissione Scientifica; – esiste un progetto, gia` operativo, dello stesso Comune il quale prevede lo smantellamento di una parte della struttura da cedere al Parco Adda Nord per essere adibita a bar e mensa per gli ospiti del parco; – ale cessione comporterebbe – come sta gia` avvenendo – la dismissione di una parte museale di notevole importanza con ambiti produttivi antichi (vasche di depurazione a fascina, battitura dei cascami); – e` gia` in atto lo smantellamento di arredi e attrezzi, strumenti e macchinari da vari locali da parte del Sindaco che, come Consegnatario transitorio di un patrimonio unico che appartiene a tutta la Comunita` e ne racchiude in parte la storia le tradizioni e i saperi, dovrebbe custodire, conservare e valorizzare la struttura museale nel suo complesso; – a quanto risulta agli interpellanti, reperti del Museo Abegg mai offerti al pubblico e sottratti alla loro collocazione nell’ala est e nord sono stati portati in discarica o esposti alle intemperie e al degrado e trattati come ingombranti rottami così come e` avvenuto per altre apparecchiature per le quali e` stata rifiutata dall’Amministrazione comunale l’offerta di ritiro e salvataggio da parte di altri enti culturali presenti del territorio; – a quanto risulta agli interpellanti, sulla trasformazione di questa parte della ex filanda in foresteria si e` pronunciata la Sovrintendenza ai Beni architettonici di Milano – che tra l’altro non prevede un settore specialistico in archeologia industriale – la quale, attraverso un frettoloso sopralluogo e anche in mancanza di una catalogazione e di un inventario della grande quantita` di pezzi presenti nel museo, ha ritenuto di avallare parte del progetto presentato dalla stessa amministrazione comunale; – l’assenza di una Commissione scientifica ha impedito un confronto che consentisse una valutazione obiettiva dei lavori di ristrutturazione e smantellamento dei manufatti esistenti, anche se risulta evidente come la costruzione di un grande box in muratura all’interno dell’ex salone della filanda per adibirlo a deposito e il taglio di una massiccia ed elaborata balaustra in ferro battuto posta a fregio di un antico torcitoio, risultino essere interventi demolitori di notevole impatto con le prerogative museali; – la cessione dell’ala est, che conserva un reperto ancora integro per la produzione di rocchetteria e fusetti, all’Ente Parco Adda Nord-PAN, per uso foresteria appare totalmente incompatibile con la funzione di un museo come quello Abegg che rappresenta una memoria storicoeconomica insostituibile per la tradizione culturale della zona e un raro patrimonio di archeologia industriale conservato fin’ora nella sua integrita`; – esiste un precedente progetto del 1996, frutto di annose ricerche di archivio di esperti del settore tendente a un’operazione di conservazione e rivalutazione della struttura museale anche in funzione turistico-culturale, mai attuato ne´ preso in considerazione dall’attuale Amministrazione comunale; – esiste inoltre una petizione firmata da decine di cittadini per bloccare lo smantellamento del Museo della seta e per garantire che qualsiasi intervento sulla struttura e sui beni in essa contenuti sia vagliata quantomeno da un’apposita commissione tecnico scientifica di esperti – –: – se il Ministro sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e come intenda procedere per intervenire sulla cessione di una parte del Museo a un Ente che ha tutt’altre finalita` da quelle di un complesso museale e per impedire che le ristrutturazioni in atto e i riallestimenti, secondo gli interpellanti, incongrui ne´ minino l’integrita` storico culturale, sottraendo spazi espositivi e inficiando un adeguato restauro della Filanda-Museo nella sua totale integrita`; – se non ritenga necessario intervenire perche´ l’intero progetto di ristrutturazione e nuovo allestimento del Museo della Seta venga sottoposto a una commissione di esperti del settore affinche´ possa essere assicurata e tutelata la sua prerogativa di bene pubblico e mantenuta, nella sua interezza, la peculiarita` di antico opificio industriale serico ormai unico non solo per la Lombardia ma per l’intero territorio nazionale; – se non consideri opportuno, in considerazione di circostanze come quelle sovraesposte, ripristinare presso il suo Ministero la Commissione Archeologia Industriale istituita con il decreto ministeriale 5 marzo 1994 dal Ministro Ronchey, affinche ´ valuti e tuteli strumentazioni, opifici e manufatti industriali che senza alcun vincolo rischierebbero di andare perduti per sempre. – (2-00297) « Guadagno detto Vladimir Luxuria, Rocchi ».
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