VII Commissione Senato - seduta del 10 aprile 2003 (indagine conoscitiva tutela e valorizzazione - audizione ADSI) 2003-04-10
VII COMMISSIONE PERMANENTE (ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI) SEDUTA N. 192 - GIOVEDÌ 10 APRILE 2003
AUDIZIONE DI RAPPRESENTANTI DI ADSI (Associazione Dimore Storiche Italiane)
Presidenza del Presidente ASCIUTTI
Intervengono, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, il professor Aldo Pezzana, il dottor Ippolito Bevilacqua Ariosti, l'avvocato Niccolò Pasolini dell'Onda e l'avvocato Luciano Filippo Bracci, rispettivamente presidente, vice presidente, presidente onorario e componente del consiglio di presidenza nonché consulente legale dell'Associazione dimore storiche italiane (ADSI).
La seduta inizia alle ore 15,20.
PROCEDURE INFORMATIVE
Seguito dell'indagine conoscitiva sui nuovi modelli organizzativi per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali: audizione di rappresentanti dell'Associazione dimore storiche italiane (ADSI)
Riprende l'indagine conoscitiva, sospesa nella seduta del 3 aprile scorso.
Il presidente ASCIUTTI introduce l'audizione e dà la parola ai rappresentanti dell'Associazione dimore storiche italiane (ADSI).
Interviene il professor PEZZANA, presidente dell'associazione, il quale, dopo aver ringraziato la Commissione per aver accolto la richiesta di audizione, osserva che l'Associazione dimore storiche italiane (ADSI) è l'unica associazione legalmente riconosciuta che rappresenta i proprietari di edifici soggetti a vincoli storico-artistici. Dopo aver ricordato che, secondo le stime dell'UNESCO, l'Italia possiede fra il 60 e il 70 per cento dei beni culturali mondiali, sottolinea che circa 40-50 mila edifici di interesse storico-artistico sono di proprietà privata. L'associazione, pertanto, rappresenta una realtà di grande valore per l'Italia e l'Europa, che necessita di particolare attenzione da parte del Parlamento. Si tratta di un patrimonio immobiliare non soltanto vasto, ma anche disperso nel territorio italiano, di assoluto rilievo, oltre che dal punto di vista morale anche economico, avendo riflessi sul settore turistico, del commercio e dell'artigianato, nonché sull'occupazione. Dopo aver consegnato alla Commissione un'ampia documentazione, l'oratore richiama l'attenzione sulla necessità di definire un concetto di bene culturale che abbia un'univoca valenza giuridica sotto il profilo civilistico, tributario ed amministrativo. A tal fine osserva che nella documentazione è allegata una nota del professor Guarino in cui viene delineato il concetto di bene culturale partendo dalla Costituzione italiana. Inoltre, in vista dell'imminente inizio del semestre italiano di presidenza dell'Unione europea, sottolinea l'opportunità che il Governo si renda promotore di un'iniziativa normativa volta a consentire l'applicazione dell'aliquota minima dell'Iva al settore dei beni culturali, rilevando, fra l'altro, che ciò contribuirebbe a ridurre i fenomeni di illegalità.
Su sollecitazione del presidente ASCIUTTI, il professor PEZZANA si sofferma poi più analiticamente sulle problematiche di natura fiscale. In particolare rileva che, in ordine all'imposizione tributaria dei redditi degli immobili storici, esiste da tempo un contenzioso tra l'associazione e l'Amministrazione finanziaria. In considerazione delle numerose sentenze della Corte di Cassazione, tutte conformi e favorevoli all'associazione, si augura che l'Agenzia delle entrate intenda adeguarsi il prima possibile alle stesse. Conclude, indi, l'intervento precisando che, qualora il Parlamento intenda adottare iniziative legislative nel settore degli immobili artistici, l'associazione è ben disponibile a fornire il proprio contributo.
Interviene il dottor BEVILACQUA ARIOSTI, vice presidente dell'associazione, il quale pone l'accento sulle grandi difficoltà economiche incontrate dai privati, che sono proprietari della maggior parte delle dimore storiche, nel mantenimento e nella gestione delle stesse. Ribadisce, indi, che molte delle difficoltà derivano dalla mancanza di una chiara definizione del concetto di bene culturale che dia assoluta priorità alle esigenze della cultura.
Il presidente ASCIUTTI interviene domandando ai rappresentanti dell'associazione quali siano, a loro avviso, le iniziative ulteriori che lo Stato dovrebbe adottare per preservare il patrimonio storico immobiliare.
Al quesito replica il professor PEZZANA ricordando che esistono, soprattutto nelle regioni meno ricche d'Italia, gravi difficoltà in ordine alla conservazione del patrimonio storico immobiliare. In considerazione delle difficoltà che molte famiglie incontrano nella gestione delle dimore, riterrebbe utile l'introduzione di un istituto, con caratteristiche analoghe al fedecommesso, che consenta di associare alla dimora, vincolandoli alla stessa, una serie di beni da cui trarre risorse per poter mantenere e conservare la dimora stessa. Considera, in quest'ottica, con estremo favore la recente abolizione dell'imposta sulle successioni poichè, anche se da tempo le dimore ne erano esenti, venivano tuttavia colpiti gli altri beni del patrimonio, potenzialmente utilizzabili per finanziare la gestione delle dimore stesse. Inoltre, ritiene auspicabile un efficace e severo controllo pubblico affinchè la modificazione della destinazione d'uso degli immobili (come ad esempio la divisione degli stessi in appartamenti anche al fine di trasformarli in alberghi) avvenga nel rispetto della loro storicità.
Interviene il dottor BRACCI che sottolinea l'esigenza che lo Stato definisca con precisione quali sono le destinazioni d'uso consentite alle dimore storiche che, senz'altro, non possono essere considerate immobili comuni. Occorre, tuttavia, evitare divieti riguardanti determinate destinazioni d'uso che, qualora non confliggano con esigenze storico-artistiche, possono produrre reddito in modo da rendere possibile la stessa sopravvivenza delle dimore.
Interviene la senatrice ACCIARINI ricordando come fra i problemi emersi durante il sopralluogo svolto da una delegazione della Commissione in Veneto nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui nuovi modelli organizzativi per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, via sia quello che spesso, una volta che lo Stato sia intervenuto finanziando la manutenzione straordinaria, i privati non sono in grado di provvedere all'ordinaria amministrazione. Chiede, quindi, ai rappresentanti dell'associazione se abbiano operato un censimento sulle dimore storiche che siano nelle condizioni di richiedere un intervento statale e se abbiano raccolto dati sulla capacità delle dimore, che hanno beneficiato di finanziamenti pubblici, di far fronte al loro mantenimento. Ricordando, inoltre, che l'ammontare di risorse che lo Stato può elargire per un bene di proprietà privata, quantunque di interesse storico-artistico, è necessariamente limitato, una soluzione per assicurare una più efficiente tutela al patrimonio storico immobiliare potrebbe consistere nel conferire la facoltà ai proprietari di dimore storiche che non hanno eredi di cedere, se lo desiderino, la nuda proprietà allo Stato, mantenendo il diritto di usufrutto. La senatrice chiede, dunque, ai rappresentanti dell'associazione la loro opinione sulla fattibilità di un simile meccanismo che consentirebbe allo Stato di realizzare maggiori investimenti a favore delle dimore storiche.
Il professor PEZZANA ritiene che si tratti di una proposta senz'altro valida, peraltro molto simile ad una sua ipotesi consistente nella creazione di un'istituzione pubblica con la compartecipazione, a fianco dello Stato, delle regioni, degli enti locali e degli istituti bancari, sul modello del National trust inglese e scozzese, con il compito di acquisire la proprietà degli immobili assumendone l'onere di gestione, ma consentendo ai venditori di mantenere il diritto d'uso su una parte minore degli stessi. Se pur valide in linea di principio, tuttavia, si tratta di ipotesi che richiedono la disponibilità di ingenti quantità di risorse. Inoltre, per quanto concerne i contributi statali per le opere di restauro, sottolinea l'opportunità, se si intende ottenere un reale effetto incentivante, che gli stessi siano erogati contestualmente allo stato di avanzamento dei lavori e non, come sovente accade, anni dopo che gli stessi sono stati ultimati. Occorre, in altri termini, rendere più snello e aderente alla realtà il meccanismo delle agevolazioni in questo settore.
Interviene il dottor BRACCI ricordando che l'associazione si basa sul modello di altre associazioni europee con cui la stessa è federata. Ribadisce, indi, i problemi che le dimore storiche incontrano, soprattutto quelle che, site nelle campagne, non riescono ad individuare una destinazione d'uso che consenta di trarne risorse adeguate per la gestione. Sottolinea, inoltre, che nelle dimore storiche vi è anche un'elevata quantità di beni storici mobili, fra cui biblioteche ed archivi, che impongono uno sforzo per la loro conservazione.
Ha conclusivamente la parola il dottor BEVILACQUA ARIOSTI che condivide la proposta della senatrice Acciarini. Sottolinea, comunque, che anche il compito svolto dall'associazione, in una prospettiva preventiva, di confronto con le istituzioni e nell'ottica di stimolare una maggiore sensibilità verso l'esigenza di tutela delle dimore storiche, risulta senz'altro prezioso.
Il PRESIDENTE ringrazia i rappresentanti dell'ADSI e rinvia il seguito dell'indagine conoscitiva.
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