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In seguito alle polemiche per il prestito del "Cristo Morto" del Mantegna, abbiamo deciso di aprire questa sezione per raccogliere interventi e pareri, sia sul caso specifico, sia, più in generale, sul tema delle mostre e dei prestiti.
La Redazione di Patrimoniosos esprime un parere molto critico riguardo agli spostamenti eccessivi e ingiustificati di opere d'arte. A tal proposito, ricordiamo che alcuni membri della nostra Redazione avevano già preso una precisa posizione su questi temi con interventi pubblicati sul numero speciale di Predella, disponibile a questo link di dicembre 2005.
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Per seguire la questione del "Cristo morto" del Mantegna, sono disponibili sul sito:
1)
il comunicato del Ministro Rutelli del 23 agosto ;
2) i molti articoli della sezione "Rassegna stampa" dei giorni 23/31 agosto e 1° settembre;
3) 29/08/2006, lettera aperta degli storici dell'arte di Brera;
4) 30/08/2006, Comunicato UIL;
5) 30/08/2006, Lettera aperta di Assotecnici ;
6) 30/08/2006, stralcio di una intervista rilasciata da Salvatore Settis alla Gazzetta di Mantova;
7) elenco di adesioni in continuo aggiornamento;
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-Per aderire alla raccolta firme, inviare una mail, specificando nome, cognome e qualifica, a redazione@patrimoniosos.it, specificando nel "Subject": "Questione prestiti".
-Per leggere le adesioni, si prega di andare in fondo a questa pagina
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LA LETTERA
Si riporta qui di seguito il testo della lettera aperta al Ministro dei beni culturali di alcuni funzionari di Brera, pervenuta il 29/08/2006 alla Redazione di PatrimonioSos.
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Screditati e offesi
Lettera aperta ad un ministro a un assessore e ai loro variopinti cortei
Il Cristo Morto di Mantegna andrà a Mantova e non per una autonoma decisione – legittima- di un ministro intimidito, o irritato, dall’onda montante di polemiche sempre più roboanti (abbiamo conquistato la prima pagina dei quotidiani nazionali), ma a seguito di un teatrino vergognoso che lascia sul terreno, oltre che la dignità di tante persone, alcuni fondamentali principi non solo della tutela ma della cultura.
Perciò noi, ‘i funzionari che mentono al loro ministro’ (Sgarbi, corriere della sera 27 agosto), che abbiamo condiviso con la direttrice della Pinacoteca le ragioni del no al prestito, che siamo stati i grandi assenti in questo coro di interviste dove i più variegati esperti hanno espresso giudizi incisivi ma non sempre informati DOBBIAMO spiegare il perché di una posizione che continuiamo a ritenere corretta.
Naturalmente per non deludere le aspettative iniziamo con un argomento squisitamente da burocrati. E preannunciamo fin da ora che saremo pedanti.
L’articolo 48 della legge che siamo chiamati a far rispettare (ma, evidentemente, non siamo tenuti a rispettare noi stessi e meno che mai vi paiono tenuti gli assessori comunali, o i presidenti di comitati…) riguarda mostre ed esposizioni ed al comma 3 recita “ L’autorizzazione è rilasciata tenendo conto delle esigenze di conservazione dei beni (cosa ben diversa, si noti, dallo stato di conservazione) e, per quelli appartenenti allo Stato, anche delle esigenze di fruizione pubblica…”. Un soprintendente dunque si esprime sui prestiti tenendo conto di entrambi questi due elementi.
Ciò è avvenuto per il Cristo Morto nel novembre 2005. Spiace che i nostri interlocutori non abbiano il tempo per leggere con attenzione la corrispondenza: nella lettera allora inviata in risposta alla richiesta del comitato organizzatore è contenuto un fermo diniego che non poggia sullo stato di conservazione del dipinto tanto dibattuto sui giornali.
La tela forse non sta ‘ da Dio’, come sostiene il nostro assessore, ma non ha problemi immediati di conservazione. Altrimenti non sarebbe esposta nelle sale di Brera o sarebbe stata restaurata, come quasi tutti gli altri dipinti presenti nelle sale del museo.
Ma è un’opera estremamente delicata e come tale è stata definita nella lettera.
Si tratta di una tempera a colla, tecnica per la quale Mantegna utilizzava tele molto sottili, prive di preparazione, sulle quali stendeva una impalpabile pellicola pittorica non protetta da una vernice finale.
Tale tecnica ne detta insieme le caratteristiche estetiche (colori polverosi, intonazione cupa..) e la delicatezza strutturale, che si concretizza nella tendenza del colore a sfarinarsi ed a cadere. Qualsiasi restauro ambisse a risolvere tale problema finirebbe probabilmente per alterare le caratteristiche materiali dell’opera. E perciò anche il suo aspetto.
Mantegna amò e utilizzò molto tale tecnica ma, oltre al Cristo Morto, solo altre quattro tele sono passate attraverso cinque secoli senza subire restauri snaturanti : la sua è dunque una delicatezza ed una unicità che vanno preservate perché fanno parte integrante dello statuto specialissimo delle opere d’arte che non sono pura immagine, ma documenti storici in sé, con la loro consistenza fisica ed i loro materiali.
Siamo perciò certi che nessun tecnico responsabile, storico dell’arte o restauratore che sia -e tutte le valutazioni effettuate sul dipinto lo confermano - potrà negare i rischi connessi a questa specifica tecnica. E se li tacerà o li ignorerà si renderà colpevole del vecchio, obsoleto peccato di omissione, che sarà vecchio e obsoleto ma peccato resta.
Nessun medico sensato autorizza un novantenne, seppure in buona salute a salire sull’Himalaya. E nessuna compagnia di volo accetta a bordo donne all’ottavo mese di gravidanza. Perché ci sono dei rischi.
Noi ci riteniamo controllori di volo responsabili.
La stessa lettera però puntava su di un altro, decisivo argomento, e cioè l’importanza dell’opera per il museo. Non solo per le aspettative del pubblico, interessato ad un numero ristretto di capolavori tra i quali si conta anche il Cristo Morto, ma anche per il ruolo che quest’opera gioca in una sala che dà conto della dialettica tra Mantegna e Bellini. Un museo, si sa, è strumento complesso di conoscenza, dal quale non si possono togliere indiscriminatamente dei pezzi senza produrre vuoti di senso o salti di ragionamento. In altre parole senza danneggiarlo come strumento di cultura.
Il teatrino messo in piedi in questa occasione, la perizia che dice la verità, la decisione mutata sono però atti gravissimi anche per questioni di ordine generale, che vanno oltre il caso specifico del Cristo Morto.
Pensiamo ad esempio al prevalere delle logiche ‘culturali’ della mostra (ci sono rimaste nel cuore le motivazioni addotte dall’assessore che invocava il dipinto in quanto ‘icona pop che richiama centinaia di migliaia di visitatori’) sul museo, ridotto a puro serbatoio per aumentare un circuito di affari che finisce naturalmente per penalizzarlo. Brera potrà anche avere un pubblico potenziale di 15 milioni di visitatori, ma difficilmente supererà i duecentocinquatamila attuali se le sue opere più amate andranno costantemente in tournée a tutto vantaggio economico degli organizzatori di mostre.
Pensiamo anche al primato che si attribuisce, spesso in modo puramente strumentale, a un tecnicismo asettico, fondato soltanto sul dato ‘oggettivo’ della relazione tecnica, che solleva il funzionario, o il politico di turno dal dovere, che è soprattutto etico, di una scelta ragionata sul futuro dei beni che gli sono affidati.
Ma non basta. In questi giorni si è screditato senza appello e senza prove l’operato di un ufficio e di conseguenza di tutti gli uffici preposti alla tutela, che questa stessa normativa sono chiamati ad applicare nei confronti di interlocutori meno potenti, e si è compiuto così un ulteriore passo avanti nel sistematico svuotamento di senso dei soprintendenti e delle soprintendenze, messe sotto tutela nelle decisioni con risonanza mediatica, salvo essere poi mandate sole in trincea nella faticosa gestione del quotidiano.
In questo stesso senso va l’annunciata decisione di istituire una commissione di esperti per decidere sui prestiti, che per ora assomiglia ad un doppione di qualcosa che esiste già, il Comitato Tecnico Scientifico composto da soprintendenti ed esperti esterni ed interni, chiamato a decidere anche sui prestiti importanti. In specifico, paradossalmente, sul caso opposto del soprintendente scriteriato che presta con leggerezza i capolavori del museo a lui affidato.
Ma ci chiediamo, e lo chiediamo ai nostri interlocutori, di fare con schiettezza i conti del dare e dell’avere, e di quanto la “ pubblica utilità” sia stata accresciuta da quanto avvenuto.
FIRMATO:
Sandrina Bandiera, Raffaella Bentivoglio, Matteo Ceriana, Simonetta Coppa Emanuela Daffra, , Cecilia Ghibaudi, Letizia Lodi, Valentina Maderna, Isabella Marelli, , Amalia Pacia, Ede Palmieri, Cristina Quattrini, Paola Strada, Sandra Sicoli, , Andrea Carini, Sara Scatragli–Soprintendenza per il Patrimonio storico Artistico ed Etnoantropologico, Pinacoteca di Brera
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30/08/2006, Comunicato ufficio stampa UIL
LA UIL E’ CON I FUNZIONARI TECNICI A DIFESA DELLA TUTELA.
DICHIARAZIONE STAMPA DI GIANFRANCO CERASOLI SEGRETARIO GENERALE UIL BENI E ATTIVITA CULTURALI LA UIL E’ CON I FUNZIONARI TECNICI A DIFESA DELLA TUTELA.
La lettera dei funzionari tecnici di Brera conferma come la querelle del Cristo Morto di Mantenga vada molto aldilà della polemica insorta con Sgarbi. Qui il problema a questo punto è sulla capacità o meno del Ministro Rutelli di garantire l’attività tecnico scientifica dei propri funzionari in ordine al principio costituzionale della tutela e della stessa conservazione.
Se questa garanzia viene meno , si corre il rischio di un abbassamento complessivo dell’esercizio della tutela con funzionari che vengono derisi, calpestati e offesi da qualsiasi Sgarbi di turno nella logica della mercificazione più spinta. I pareri dei tecnici vanno rispettati se si vuole esercitare compiutamente il ruolo di Ministro per i Beni e le Attività Culturali.
In questi giorni da ogni Soprintendenza italiana stiamo registrando prese di posizione contro chi vuole mortificare il ruolo dei tecnici che anzi ci chiedono di mettere in campo iniziative di lotta per salvaguardare il principio irrinunciabile della loro autonomia tecnico scientifica. Noi della Uil siamo con i nostri tecnici che pur essendo sottopagati sono i migliori al mondo e per questo al Ministro Rutelli chiediamo di rispettarli e di difenderli evitando di umiliarli come ha fatto con il caso del Cristo Morto di Mantegna.
Roma 29 agosto 2006
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Intervista a Salvatore Settis, da La gazzetta di Mantova:
Polemica sul Cristo Morto e quindi sui prestiti dei capolavori. Lei l’avrebbe concesso, o no?
«Non ho visto le relazioni diagnostiche sul Cristo Morto e di conseguenza non posso avere opinioni personali. Penso tuttavia che la decisione del ministro poteva imboccare altre vie, cioè avrei preferito che a comunicare la concessione del Cristo Morto dalla Pinacoteca di Brera al Centro Te fosse stato il sovrintendente. O meglio, Francesco Rutelli ha fatto benissimo a ordinare un secondo controllo diagnostico sull’opera, ma sarebbe stato ancor più giusto che la comunicazione fosse stata affidata al responsabile diretto del Cristo Morto».
Prestare o non prestare, considerando che le mostre di Mantova si fondano sui prestiti?
«La regola è: le opere d’arte meno viaggiano e meglio è. I prestiti vanno limitati, stabiliti con regole, e Rutelli ha fatto bene a creare una commissione nazionale. Il criterio base secondo me è questo: generosità nei prestiti quando le mostre rappresentano un vero acquisto di conoscenza e non sono semplici rassegne».
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Per il numero speciale di Predella, ricordiamo:
-Donata Levi,"At what expense? And at what risk? Qualche riflessione sulla legittimità delle mostre";
-Emanuele Pellegrini, "Mostrare significa valorizzare? ";
-Denise La Monica, "Norme per la circolazione delle opere d’arte"
-Elena Franchi, "Dalla didattica delle mostre alla Mostra Didattica Nazionale del 1925: la formazione dell'insegnante e il recupero di un patrimonio storico dimenticato".
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Pubblichiamo qui di seguito un elenco di adesioni alla soprascritta lettera. Per aderire si può anche inviare una email alla nostra redazione specificando nome, cognome e qualifica; si prega di mettere nel soggetto della mail qualche parola chiave (tipo adesione Milano, prestito Mantegna o simili)
Keith Christiansen, Metropolitan Museum , New York
Franco Rossi
Adriana Bortolotti, Conservatore museo storico di Bergamo
Chiara Mori
Fernanso Noris
Renate Ramge-Eco
Aldo Galli,ricercatore di storia dell'arte medievale all'Università di Trento
Giuseppe Beretti
Silvia Mascheroni
Simona Bodo
Massimiliano Caldera, Soprintendenza di Torino
Daniele Sanguineti, Soprintendenza di Torino
Anna La Ferla, Museo Civico d'Arte Antica e Palazzo Madama
Marta Ragozzino, storica dell'arte presso la Direzione regionale beni culturali e paesaggistici della Lombardia
Annalisa Zanni, Museo Poldi Pezzoli
Andrea Di Lorenzo, Museo Poldi Pezzoli
Lavinia Galli, Museo Poldi Pezzoli
Federica Manoli, Museo Poldi Pezzoli
*Laura Marino - Ufficio Beni Culturali, Diocesi di Cuneo*
Laura Cavazzini, professore associato di storia dell'arte medievale all'Università di Messina
Vito Zani, Milano
Marco Jellinek, editore 5 Continents Editions
Alessio Monciatti, Università di Campobasso
Saverio Lomartire, Università di Vercelli
Elena Ragusa Soprintendenza Patrimonio Storico Artistico Torino
Luisa Tognoli Bardin
Fulvio Cervini, Università di Firenze
Donata Minonzio
Chiara Prevosti, Milano
Francesco Caglioti, Università Federico II di Napoli
Edoardo Villata, Università Cattolica di Milano
Guido Rosato, direttore PSAEL di Genova
Fabrizio Vona, Soprintendenza PSAE di Bari e di Foggia
Marco Albertario, Accademia Tadini di Lovere
Maria Cristina Passoni, Università Cattolica di Milano
Alessandra Mottola Molfino, Direttore centrale Cultura Sport e Tempo libero, Milano
Cristina Terzaghi, Università di Teramo
Francesca Flores d'Arcais, Università Cattolica di Milano
Michela Scolaro, Università di Macerata
Giovanna Ragionieri, Firenze
Maurizia Migliorini, Università di Genova
Everett Fahy, Metropolitan Museum di New York
Patrizia Zambrano, Università di Vercelli
Bernardina Sani, Università di Siena
Francesca Tasso, conservatore musei civici, Milano
Silvia Paoli, conservatore musei civici, Milano
Lorena Palmieri, Diocesi di Casale Monferrato
Matteo Lanfranconi, Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma
Sandra Maspero
Roberto Comotti
Corrado Staiano, Milano
Giovanna Borgese, Milano
Giulia Borgese, Milano
Tomaso Montanari, Università Tor Vergata di Roma
Alessandra Barbuto, Galleria d'Arte Moderna di Roma
Daniele Benati, Università di Chieti
Davide Gasparotto, Sopr. PSAE di Parma e Piacenza
Rosanna De Gennaro, Università di Napoli
Francesca M. Baldry, New York University di Firenze
Giordana Benazzi, Sopr. BAPPSAE dell'Umbria
Valentina Ierrobino, Università La Sapienza di Roma
Antonio Pinelli, Università di Pisa
Cecilia Cavalca
Carlotta Margarone, Museo Civico d'Arte Antica e Palazzo Madama
Beatrice Bentivoglio-Ravasio, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia
Elda Cerchiari
Giovanna Mochi
Cecilia Frosinini, funzionario storico dell'arte direttore coordinatore, Opificio delle Pietre Dure, Firenze
Roberto Bellucci, funzionario restauratore conservatore direttore, Opificio delle Pietre Dure, Firenze
Maria Pia Guermandi, Istituto Beni Culturali, Regione Emilia-Romagna
Edoarda Masi, già funzionaria della Biblioteca Braidense
Giuseppa Currò, professore associato Restauro, Facoltà di Architettura RC
Giuseppe Palermo
Cecilia Cavalca, storica dell'arte
Enrico Colle, storico dell'arte
Valentina Conticelli Sopr. BAPPSAE Arezzo
Mino Gabriele Università di Udine
Fausto Carmelo Nigrelli, Università di Catania
Raffaella Fontanarossa, storico dell'arte, direttore Galleria civica di Palazzo Rocca Chiavari
Serena Romano, Università di Losanna
Chiara Piccinini, Università Bordeaux III
Marco Collareta, Università di Bergamo
Roberta Bianchi, restauratrice SPSAE del Piemonte
Silvia Tosatti, Università degli Studi di Milano
Stefania Frezzotti, Galleria d'Arte Moderna di Roma
Lucia Pini, Museo Bagatti Valsecchi di Milano
Federica Bianchi
Luigia Versolatti, Milano
Silvia Ginzburg, Università Roma 3
Paola Boccalatte, Torino
Alessandro Morandotti, Milano
Maura Picciau, Direzione Generale Arte Contemporanea, MiBAC, Roma
Andrea Zezza, Seconda Università di Napoli
Elisabetta Giffi, MiBAC
Paola D'Alconzo, Università Federico II di Napoli
Mirella Cavalli, Sopr. PSAE di Bologna
Massimo Bartoletti, Sopr. PSAE del Piemonte
Laura Iamurri, ricercatrice di storia dell’arte contemporanea, Università di Roma Tre
Grazietta Buttazzi, storico dell'arte
Nerio Marchi Marchi restauri
Alessandra Pattanaro, Università di Padova
Mariantonietta Picone, Università Federico II di Napoli
Marco Minoja, archeologo, Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia
Mari Mapelli, restauratore - Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia
Luigi Navello, insegnante scuola media
Giulio Massobrio, ex responsabile del settore cultura del Comune di Alessandria
Simona Tozzo, storico dell'arte
Cristina Ambrosini, archeologa in servizio presso la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia
Cristina Franchini: Cristina Franchini, storico dell'arte
Paola Marina De Marchi
Maria Luisa Nussio,Restauratore Conservatore Direttore, Soprintendenza PSAE di Modena e Reggio Emilia
Raffaella Besta, Direzione Regionale della Liguria
Maria Grazia Albertini Ottolenghi, Università Cattolica di Milano
Clarice Innocenti, Opificio delle Pietre Dure di Firenze
Annamaria Giusti, Opificio delle Pietre Dure di Firenze
Laura Speranza, Opificio delle Pietre Dure di Firenze
Sandro Oddo, segr. Pro Triora (IM)
Angelo Mazza, Soprintendenza PSAE Modena
Daniela Ferriani
Silvana Pettenati, già Dirigente del Museo Civico d'Arte Antica e
Palazzo Madama di Torino
Cristina Ambrosini: archeologa in servizio presso la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia
Vittoria Papa Malatesta, Università degli Studi L'Orientale, Napoli
Tiziana Carbonati, restauratrice
Patrizia Giordano, Sanremo
Pier Luigi Mulas, storico dell'arte, Parigi
Carla Falcone, direttore conservatore Pinacoteca di Varallo
Daniela Ferriani, Soprintendenza di Modena e Reggio Emilia
Sandro Oddo, Pro Triora, Imperia
Elena di Majo Galleria Nazionale d'Arte Moderna Roma
Emanuele Carpani, architetto, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia
Lorenzo de Stefani, architetto, Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano
Manuela Rossi, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia
Emanuela Settimi, storico dell'arte direttore coordinatore
Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano
Marisa Milella - Soprintendenza PSAE province Bari e Foggia
Rita Dugoni, Soprintendenza PSAE Mantova
Renata Casarin, Soprintendenza PSAE Mantova
Giuseppina Marti, Soprintendenza PSAE Mantova
Cinzia Lacchia Vercelli
Alessandra Montalbetti Maffioli, Milano
Eleonora Moioli
Silvia Sandri, Milano